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LUGANOEmme Suisse, gli operai sono stati risarciti... Anzi no

20.03.18 - 20:00
Lungaggini burocratiche dovute allo sblocco di alcuni conti bancari hanno lasciato una trentina di lavoratori a bocca asciutta. Locatelli dell'OCST: «I soldi arriveranno, stiamo facendo il possibile»
tipress
Emme Suisse, gli operai sono stati risarciti... Anzi no
Lungaggini burocratiche dovute allo sblocco di alcuni conti bancari hanno lasciato una trentina di lavoratori a bocca asciutta. Locatelli dell'OCST: «I soldi arriveranno, stiamo facendo il possibile»

LUGANO - Gli operai di Emme Suisse? Tutti risarciti. Così segnalava, lo scorso dicembre, un vittorioso OCST dopo la condanna decisa per l’amministratore della società cooperativa di Lugano, finito in carcere nel 2015 per usura qualificata e falsità in documenti. Da allora sono passati oltre tre mesi, ma di quei soldi gli ormai ex dipendenti di Emme Suisse non hanno visto un centesimo.

Il motivo dietro questo mancato pagamento sarebbe da rintracciare in semplici questioni burocratiche, come spiega il vicesegretario cantonale OCST, Paolo Locatelli. «Sono stati sequestrati cinque conti per un totale di circa 270 mila franchi. Denaro che deve essere ripartito tra una trentina di lavoratori. Di questi conti, tre sono dissequestrati, per un valore di circa 200 mila franchi. I restanti due, con gli ultimi 70mila franchi, non sono ancora disponibili».

Il motivo? «Entrambi si trovano presso Banca Coop a Basilea - prosegue Locatelli -. Da qui ci rispondono di essere oberati di lavoro e continuano a rimandare. Finché non sblocchiamo tutti i conti, però, non possiamo procedere con il pagamento». 

Questo non vuol dire che gli operai non vedranno i loro soldi, ma che le tempistiche si sono allungate per un problema imprevisto: «La condanna con rito abbreviato ha permesso il risarcimento. Che, di fatto, non è stato ancora versato. Ma i 32 lavoratori possono stare tranquilli. In febbraio la magistratura stessa ha sollecitato Banca Coop. È passato un mese e mezzo e ancora nulla. Capisco la rabbia dei lavoratori, alcuni di loro devono prendere anche cifre pari a 20/30mila franchi. Stiamo facendo il possibile».

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