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Capannone distrutto dalle fiamme, il cartello: «Non calpestate l'Eternit» Preoccupazione tra gli abitanti dello stabile antistante il magazzino il cui tetto è parzialmente crollato dopo il rogo della scorsa notte
CHIASSO - «A seguito dell'incendio siete pregati di non calpestare o toccare i pezzi di Eternit. Verranno rimossi dagli addetti incaricati. Pulire le scarpe prima di entrare». È questo il messaggio comparso in mattinata nello stabile antistante il capannone delle Industrie Chimiche Riunite, bruciato nella scorsa notte in Via Carlo Stoppa a Chiasso.
Un messaggio che è manifesto di un certo timore diffusosi tra gli abitanti della zona. Le immagini del capannone, in effetti (guarda le foto in allegato), fanno supporre che il tetto dello stabile sia in fibrocemento.
Contattati, i Pompieri di Chiasso hanno assicurato di essere intervenuti muniti inizialmente della mascherina protettiva, in seguito hanno spiegato di aver indossato una tuta protettiva completa. Non hanno però fornito indicazioni circa la possibilità che il materiale del tetto (in parte crollato) sia o meno pericoloso (la commercializzazione di Eternit contenente cemento-amianto, quello riconosciuto come cancerogeno, è stata interrotta nel 1994. L'Eternit continua invece ad essere prodotto, ma la composizione non è più pericolosa per la salute).
Sul posto, in giornata, era intervenuto anche un ingegnere della Sezione della protezione dell'aria dell'acqua e del suolo (SPAAS) per i rilevi necessari. Abbiamo provato a raggiungerlo, senza successo.
Diverse le segnalazioni di persone preoccupate per la propria salute: «Una ditta che disturba dalle prime ore del mattino. E che ha anche i tetti in amianto. che vadano fuori dall'abitato».
