Con alcuni spot provocatori l’Associazione Film Audiovisivi Ticino e il Gruppo Registi della Svizzera Italiana si schierano contro l’iniziativa del 4 marzo
LUGANO - I cineasti svizzeri hanno realizzato alcuni spot provocatori contro l’iniziativa “No Billag”, che minaccerebbe il cinema svizzero e 13.500 posti di lavoro.
Per sottolineare «l'assurdità di questa pericolosa iniziativa», più di 40 collaboratori creativi del cinema svizzero hanno prodotto spontaneamente tre cortometraggi, che parlano di privatizzazione prendendo come base di riflessione vigili del fuoco, scuola e marciapiedi. «Oggi nessuno potrebbe chiedere seriamente di privatizzare i vigili del fuoco», afferma Martin Guggisberg, regista dei filmati. «Negli Stati Uniti, tuttavia, questo è in parte realtà. Vogliamo davvero andare in questa direzione?»
«Con questi spot vogliamo rendere consapevoli i cittadini del fatto che l'iniziativa No Billag è un altro tentativo di privatizzare un importante servizio pubblico. Ne approfitteranno solo i grandi media internazionali e le società pubblicitarie, ma per la popolazione i costi saranno più alti che in precedenza», spiegano i cineasti ticinesi.
Inoltre, l’idea di pagare solo ed esclusivamente per ciò che si consuma non corrisponde per loro all’ideale di solidarietà che tiene unito il nostro paese. «Le minoranze romanda, italofona e romancia perderebbero la possibilità di usufruire di programmi di qualità. In Svizzera sarebbe molto più difficile produrre film, ma ancor più discriminante è il fatto che le misure complementari per le persone con disabilità visive e uditive non potranno più essere finanziate», si legge nel comunicato.
L’adattamento degli spot in italiano è stato curato da alcuni professionisti dell’audiovisivo ticinesi, membri di AFAT (Associazione Film Audiovisivi Ticino) e GRSI (Gruppo Registi Svizzera italiana), che si sono messi a disposizione a titolo gratuito.