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CANTONE / CONFINERapina al distributore: sul SUV svizzero arrestata “banda” internazionale

09.09.17 - 18:31
Due pregiudicati, uno italiano e un cittadino elvetico, sono stati fermati a due passi dal confine. Sarebbero gli autori di un colpo a Novazzano avvenuto in luglio
Rapina al distributore: sul SUV svizzero arrestata “banda” internazionale
Due pregiudicati, uno italiano e un cittadino elvetico, sono stati fermati a due passi dal confine. Sarebbero gli autori di un colpo a Novazzano avvenuto in luglio

VARESE - A due mesi di distanza e dopo accurate indagini, la Polizia italiana ha individuato e arrestato i presunti autori della rapina avvenuta il 21 luglio presso un distributore di Novazzano. Un “duo” internazionale, visto che la “batteria” era composta da un italiano e uno svizzero, entrambi pregiudicati.

A bordo di un SUV immatricolato in svizzera, i malviventi sono stati fermati lo scorso 5 settembre nel comune di Clivio (VA), dalla Polizia di Stato. I due, il 21 luglio, avevano agito utilizzando un’auto rubata il giorno prima a Cocquio Trevisago, nella provincia di Varese. Le indagini hanno permesso però di identificare i responsabili, soprattutto riguardo al furto dell’autoveicolo, quindi di risalire anche alla rapina da loro commessa.

A bordo del SUV c'era un italiano di 65 anni, originario della provincia di Como, con un mandato di cattura a suo carico in quanto evaso dalla Casa di Lavoro di Castelfranco Emilia durante un permesso. Un latitante, insomma. Assieme a lui il complice, che aveva assicurato copertura durante il furto e durante la tentata rapina a Novazzano facendo da staffetta con la propria auto. Si tratta di uno svizzero 53enne, noto alla Polizia per importanti precedenti reati consumati in Italia.

Nel corso del controllo il latitante, sprovvisto di documenti, ha tentato di fornire false generalità nel tentativo di sottrarsi all’arresto. A inchiodarlo sono state le impronte digitali, nonostante avesse la pelle dei polpastrelli molto rovinata poiché intenzionalmente abrasa.

Lo svizzero è attualmente in stato di fermo, presso il carcere di Varese, in ragione della gravità dei reati a lui imputabili e della palese volontà di sottrarsi alle sue responsabilità in quanto non forniva alcuna indicazione circa il suo reale domicilio in Italia o in Svizzera.

Resta ora da verificare se i due non siano responsabili di altre azioni delittuose sulle quali si sta indagando.

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