Cerca e trova immobili

BELLINZONAStanza infetta non segnalata, signora delle pulizie prende la tubercolosi

17.08.17 - 06:02
L'episodio è accaduto all'ospedale San Giovanni. La donna non risulta contagiosa e ora si sta curando. L'Eoc: «Al momento del ricovero, non si sapeva che malattia avesse quel paziente»
tipress
Stanza infetta non segnalata, signora delle pulizie prende la tubercolosi
L'episodio è accaduto all'ospedale San Giovanni. La donna non risulta contagiosa e ora si sta curando. L'Eoc: «Al momento del ricovero, non si sapeva che malattia avesse quel paziente»

BELLINZONA – Quella stanza infetta non era stata segnalata. Lei vi era entrata per pulirla, come da sua mansione. Nessuno l’aveva avvisata. E si è presa la tubercolosi. L’episodio si è verificato la scorsa primavera all'ospedale San Giovanni di Bellinzona e coinvolge una signora delle pulizie, impiegata per il servizio di economia domestica.

Quel paziente che tossiva – Una vicenda che suscita più di una perplessità. Anche perché dopo essere entrata in quella stanza, situata nel reparto di medicina e nella quale era ospitato un paziente con una forte tosse, la signora ha continuato a lavorare in varie aree dell’ospedale, per alcuni giorni. Fino a quando viene a sapere che quella stanza sarà isolata. Proprio per il pericolo di contrarre la tubercolosi.

L’amara verità – A quel punto la signora delle pulizie chiama allarmata la sua responsabile. E, impaurita, chiede di sottoporsi agli esami. Passano i mesi, tra un test e l’altro si arriva al 25 luglio. Con l’amara verità. Le viene diagnosticata una tubercolosi latente. Le dicono di stare tranquilla e che questa forma della malattia non è contagiosa, ma che nei due anni successivi dovrà tenere la situazione sotto controllo.

La beffa – Dal punto di vista legale, la signora a questo punto avrebbe il diritto di finire in infortunio professionale, con le spese delle cure interamente a carico dell’assicurazione infortuni del datore di lavoro. La vicenda, tuttavia, si è protratta per troppo tempo. Troppi mesi. E dopo un determinato periodo, giuridicamente, l’incarto dovrebbe passare nelle mani dell’assicurazione malattia dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC). Il che significa che la signora in questione rischia di doversi sobbarcare il 10% dei costi.

Mancanza di tutela – La donna al momento si sta curando. Ma ha il morale a terra. Sull’episodio, l’EOC ha mantenuto il massimo riserbo. Ora fa luce sui fatti. «In qualsiasi struttura sanitaria – sostiene il portavoce Mariano Masserini – può accadere che pazienti ricoverati per motivi diversi rivelino solo in corso di degenza una malattia trasmissibile, non riconoscibile al momento del ricovero. Eventi di questo tipo possono avvenire anche con pazienti portatori di tubercolosi contagiosa. Questo può comportare un rischio di esposizione per il personale ospedaliero, nonostante le precauzioni abituali».

Protocolli da seguire – Masserini prosegue: «In piena osservanza delle linee guida nazionali e internazionali, in caso di esposizione accidentale di suoi collaboratori, l’EOC attua immediatamente i relativi protocolli. È comunque piuttosto raro che eventi di questo tipo portino a una trasmissione avverata di tubercolosi».

La trasmissione del virus – Alcuni mesi fa, tuttavia, un simile episodio si è verificato all’Ospedale San Giovanni di Bellinzona. «Per cui alcuni collaboratori sono stati sottoposti a un esame. Per due di questi, che non presentano attualmente alcun sintomo di tubercolosi, i test non hanno permesso di escludere che una trasmissione possa essersi verificata. Questi dipendenti sono tuttora seguiti dal servizio di medicina del personale dell’Eoc».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE