L'admin di "Svizzeri che in Italia sfanculano il Codice della Strada" non molla, nonostante diversi messaggi di automobilisti indignati: «Non ho paura»
LUGANO - La visibilità acquistata grazie ai diversi media che ne hanno parlato ha avuto il suo rovescio della medaglia per l'autore della pagina Facebook: "Svizzeri che in Italia sfanculano il Codice della Strada".
«Stiamo valutando la chiusura della pagina», scriveva ieri l'admin dopo aver «ricevuto minacce». «Velate - segnalava ieri in un post - le potete leggere nei pubblici commenti, ma anche molto più pesanti mi sono arrivate in posta privata».
Da qui la decisione presa a caldo di valutare la chiusura della pagina nata per una sorta di senso di rivalsa nei confronti delle autorità elvetiche: «L'idea è scaturita in seguito a una multa per aver lasciato il mio mezzo su una striscia bianca in Svizzera, dove un poliziotto mi ha dato del pericoloso criminale e dopo, dopo un "processo", ho dovuto sborsare quasi 1000 euro! Il gruppo vuole solo raccogliere e raccontare il comportamento di alcuni veicoli con targa svizzera in Italia».
A 24 ore di distanza da questo post l'admin sembra averci ripensato: «Ho deciso di non chiudere - assicura -. Mi hanno confortato i numerosi messaggi inviati da svizzeri che si indignano, come è giusto che sia, con i propri concittadini. Non ho paura di qualche buontempone che si fa forte da dietro una tastiera e che mi propone appuntamenti per farmela vedere». Quindi conclude: «L'intenzione di chiudere c'è stata per qualche ora. Più per non sprecare tempo con certa gente che per una paura oggettiva. Ho deciso di proseguire nel documentare le infrazioni sempre nello stesso modo, targa parzialmente coperta e via!».