A lanciare l'allarme è Guerino Celio, agricoltore che ha i pascoli ai confini col Tremorgio: «Siamo preoccupati»
AMBRÌ – Lo hanno fotografato da una distanza di circa 150 metri, mentre stava uccidendo (e mangiando) una capra. Si torna a parlare del lupo, nelle valli della Svizzera italiana. Stavolta l'avvistamento, documentato da immagini, è avvenuto nella zona del Cassin di Ambrì, a un'altitudine di 1800 metri, al confine col Tremorgio. A lanciare l'allarme è l'agricoltore Guerino Celio, vittima del predatore. «Mio figlio è riuscito a fotografare il lupo mercoledì scorso – dice –. Avevamo già qualche sospetto. Eravamo riusciti a vederlo di sfuggita. L'abbiamo immortalato mentre ci mangiava una capra. Dopo pochi secondi è scappato».
Nel frattempo sono state avvisate anche le autorità cantonali. Sul posto sono puntualmente giunti i guardiacaccia. «Hanno prelevato alcuni campioni di DNA – spiega Celio –. Vogliono fare delle analisi per avere un quadro più chiaro della situazione. Ci vorranno diverse settimane prima di avere i risultati. Intanto, io vivo nel panico, anche perché all'appello mi manca un'altra capra. Ne ho un centinaio. A queste vanno aggiunte oltre 80 mucche con vitello. Tutti i miei animali sono in pericolo».
Del lupo si era discusso in lungo e in largo lo scorso inverno, quando un giovane esemplare, poi ribattezzato M75, aveva colpito sia in Leventina sia in Mesolcina. Le autorità ticinesi e grigionesi, dopo diverse settimane di dibattito, avevano dato il nullaosta per l'abbattimento del predatore. Autorizzazione scaduta a fine maggio, con il lupo che nel frattempo si era spostato in altre regioni. Gli ultimi avvistamenti lo collocano in Germania.
Ora spunta un nuovo lupo. Anche se il Cantone sulla vicenda mantiene il massimo riserbo, in attesa di dati ufficiali. Celio guarda al futuro con apprensione. «Siamo preoccupati. Il lupo è riuscito a colpire nonostante le nostre misure di protezione. Abbiamo anche un cane pastore, che fa benissimo il suo dovere. Eppure non è servito. Mio figlio è anche cacciatore. Ha dovuto guardare il lupo che ci sbranava la capra, senza potere fare nulla. Perché se avessimo sparato, la legge ci avrebbe punito. Siamo con le mani legate».