Spintoni per salire sul convoglio, persone costrette a stare nel bagno sull'ultimo treno da Milano. La capotreno: «Non si può partire con tutta questa gente»
MILANO/LUGANO - Scene da Far West ieri sera alla stazione centrale di Milano, dove l’ultimo treno diretto verso il Ticino, ovvero il Tilo delle 20.10, è stato preso d’assalto da centinaia di viaggiatori che hanno faticato non poco per poter salire sul treno. «Un’esperienza allucinante» che ci viene raccontata da coloro, ragazzi ticinesi, che su quel treno non sono riusciti a salire.
Il convoglio era composto da due vagoni, ci raccontano. Uno completamente vuoto, e sul quale non si poteva salire. L’altro aperto ai viaggiatori. Ed è lì che si sono svolti i fatti. «Pur di entrare nell’unico vagone accessibile c’era gente che spingeva per salire. Non solo la seconda classe era stracolma, con i corridoi pieni di gente in piedi, ma pure la prima classe era zeppa di viaggiatori uno addosso all’altro. Sembrava di assistere ad una di quelle scene che si vedono di solito nelle metropolitane giapponesi» racconta un viaggiatore. Qualcuno si è pure sentito male e ha preferito scendere.
Il fatto più incomprensibile era vedere un intero vagone vuoto, con il divieto di salire sul treno. «Abbiamo chiesto di aprire il vagone - ci raccontano - ma la capotreno ci ha detto che lei era da sola e non poteva farlo, che non si sarebbe mai presa questa responsabilità». Per la società italiana Trenord infatti - proprietaria al 50% di Tilo - diversamente che per le FFS, è necessario che su ogni vagone ci sia almeno un capotreno. Essendo quello di ieri sera un convoglio a doppia formazione, dovevano essercene due.
La capotreno si è così trovata ad affrontare una situazione ingestibile. «Continuava a ripetere che finché c’erano viaggiatori davanti alla porta il treno non sarebbe potuto partire». Alla fine, con diversi minuti di ritardo, e con la gente stipata una contro l’altra, le porte si sono chiuse.
Diverse persone sono rimaste a terra sulla banchina. Fra loro anche alcuni ticinesi. «Eravamo davanti al vagone vuoto. Speravamo che si impietosissero e aprissero le porte per farci salire. Sull’altro vagone ormai non si poteva più entrare. Che rabbia vedere il treno partire, e noi a terra».
Una rabbia comprensibile, dato che si trattava dell’ultimo collegamento diretto, senza cambi, per il Ticino.
Nel video allegato alcuni passeggeri costretti a viaggiare nel bagno.