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LUGANOAffitti esagerati per le prostitute: condannati per usura

08.03.17 - 17:45
La Corte ha stabilito pene sospese tra gli 8 e i 16 mesi. Cade il reato di promovimento della prostituzione
TiPress
Affitti esagerati per le prostitute: condannati per usura
La Corte ha stabilito pene sospese tra gli 8 e i 16 mesi. Cade il reato di promovimento della prostituzione

LUGANO – «Le ragazze avevano libertà di movimento, potevano esercitare la prostituzione dove volevano». Lo ha stabilito la Corte delle Assise criminali di Mendrisio, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta e riunita a Lugano, nel processo per un giro di duecento ragazze all’ex postribolo Rosa Nera di Chiasso. I quattro imputati sono così stati prosciolti dall’accusa di promovimento della prostituzione. Ma la Corte ha confermato l’usura con l’aggravante per mestiere: per tre di loro sono allora state stabilite pene comprese tra i 14 e i 16 mesi, sospese per un periodo di prova di due anni. Per il quarto imputato, che è stato ritenuto colpevole solo di guida malgrado la revoca della licenza (ripetuta), è invece stata fissata una condanna a 8 mesi, sospesi per due anni.

«Non è una colpa lieve» - Secondo la Corte, la colpa dei tre principali imputati non può essere considerata lieve, «già solo per il lungo periodo in cui hanno lucrato, approfittando della posizione debole delle ragazze». La pena più alta, ossia di 16 mesi, è stata inflitta alla donna – una cittadina italiana di 40 anni – che a dire della Corte ha avuto il ruolo principale per tutta la durata dell’attività.

Non c’era controllo - L’accusa di promovimento della prostituzione è caduta, in quanto la Corte ritiene che le misure di controllo adottate dai responsabili del postribolo fossero finalizzate unicamente alla gestione dell’attività, non alla stretta sorveglianza delle ragazze. Queste ultime avevano, infatti, come unico obbligo quello di pagare la pigione. Non erano però costrette ad avere un numero minimo di clienti o a sottostare ad altre condizioni.

L’accusa e la difesa - Nei confronti dei quattro imputati, la procuratrice pubblica Chiara Borelli aveva chiesto pene sospese comprese tra i 13 e i 24 mesi. I difensori (avvocati Sabrina Aldi, Stefano Genetelli, Daniel Ponti e Carlo Steiger) si erano invece battuti per il proscioglimento dei loro assistiti dalle accuse principali di usura e promovimento della prostituzione.

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