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VERGELETTOI resti tranciati di netto, gli abitanti non credono all'incidente

04.09.16 - 10:30
Il procuratore pubblico Moreno Capella vuole chiarezza: «Per accertare definitavamente che nella morte non ci sia stato l’intervento di terze persone, bisogna trovare altre parti importanti del corpo»
Ti-Press
I resti tranciati di netto, gli abitanti non credono all'incidente
Il procuratore pubblico Moreno Capella vuole chiarezza: «Per accertare definitavamente che nella morte non ci sia stato l’intervento di terze persone, bisogna trovare altre parti importanti del corpo»

VERGELETTO - Il giallo di Vergeletto è lontano dall’aver trovato la sua spiegazione e questo porta al continuo formulare di ipotesi. Il procuratore pubblico Moreno Capella, in merito ai resti di un corpo ritrovati in Val Onsernone, si è presto pronunciato parlando di una probabile caduta in una scarpata del bracciante macedone di 57 anni sparito nel nulla dal mese di luglio. È stato quindi escluso l’atto violento, ma il procuratore vuole altre prove: «Dai primi rilievi della scientifica c’è da presumere che siano stati degli animali selvatici a smembrare quel corpo - spiega sulle colonne de Il Caffè - al momento è questa l’ipotesi più plausible. Per accertare definitavamente che nella morte non ci  sia stato l’intervento di terze persone, bisogna trovare altre parti importanti del corpo, come la testa o il tronco».

I dubbi sorgono soprattutto dalle testimonianze delle persone che in quei luoghi ci vivono, fra questi anche chi ha visto i resti «che sembravano tagliati di netto», secondo quanto riportato dal domenicale in pochi credono all’attuale versione ufficiale. Chi conosce bene gli animali - volpi o linci - sostiene che non avrebbero potuto scempiarne a tal punto, e in così poco tempo, il cadavere. «La pioggia di quei giorni, la ‘buzza’ che n’è seguita, poi il caldo e l’umidità delle settimane successive hanno accelerato il processo di decomposizione, facilitando le lacerazioni degli animali. Ma solo trovando altre parti del corpo possiamo accertare la causa della morte». Le ricerche si sono concentrate negli scorsi giorni nei cunicoli tra i materiali di scarto di una cava di granito abituale rifugio delle volpi.

Gli abitanti hanno inoltre raccontato che chi ha visto per ultimo il macedone lo ha descritto come alticcio, dopo aver visto la partita al grotto del paese «era andato via imboccando un impervio sentiero sotto la pioggia battente. Non aveva neanche una lampadina tascabile, né scarponi da montagna».

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