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LUGANOCrac Sogevalor, la richiesta: «Tre anni di pena»

23.08.16 - 09:58
Per la procuratrice pubblica Fiorenza Bergomi «si tratta di una colpa gravissima, di un buco finanziario enorme»
Crac Sogevalor, la richiesta: «Tre anni di pena»
Per la procuratrice pubblica Fiorenza Bergomi «si tratta di una colpa gravissima, di un buco finanziario enorme»

LUGANO – Dovrebbe rispondere del crac finanziario della Sogevalor di Lugano, società ticinese fallita nel 2004 lasciando un buco di 60 milioni di franchi. Ma lui non c’è. Stiamo parlando di Pier Paolo Matteuzzi, che stamani si sarebbe dovuto presentare davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano presieduta dal giudice Mauro Ermani. L’imputato ha infatti chiesto di essere dispensato dalla partecipazione per motivi di salute.

«Si procede dunque con un’assenza giustificata» afferma il giudice. Inizia dunque così il processo nei confronti del 64enne che deve rispondere dei reati di truffa aggravata, cattiva gestione, amministrazione infedele qualificata e ripetuta, falsità in documenti e soppressione di documento. In aula l’accusa è rappresentata dalla procuratrice pubblica Fiorenza Bergomi. L’imputato assente è invece difeso dall’avvocato Michela Pedroli di Ascona.

aggiornamento ore 10.59

«Aveva una posizione dominante» 
– Data l’assenza dell’imputato, la parola passa immediatamente all’accusa per la requisitoria. «Oggi giungiamo, spero, all’ultimo atto di una lunga vicenda giudiziaria» esordisce allora la procuratrice pubblica, che nel suo intervento sottolinea in particolare il ruolo di Matteuzzi all’interno della società. «Negli anni l’imputato ha assunto una posizione dominante e la gestione societaria ha iniziato a essere difficoltosa» afferma, citando una precedente sentenza della Corte di appello e di revisione penale (Carp). E l’accusa parla anche di «manifesta consapevolezza» di quanto stava accadendo: «In una lettera di scarico firmata da Matteuzzi, si garantiva la copertura di potenziali conseguenze finanziarie derivate da eventuali cause civili e penali».

«Una colpa gravissima» - Una pena di tre anni. È quanto chiede allora la procuratrice pubblica Bergomi, considerando che «si tratta di una colpa gravissima, di un buco finanziario enorme e che ci troviamo a dodici anni dai fatti, con un imputato latitante da sempre». E aggiunge: «Ha sempre utilizzato la struttura Sogevalor per fare la bella vita e arricchirsi». Per quanto riguarda tutti i beni sequestrati, l’accusa chiede che nulla sia restituito: «Sappiamo che l’attività illegale di Matteuzzi è iniziata lontano, quindi tutto quello che ha comprato è provento di reato penale».

aggiornamento alle 12:39

La difesa: «Matteuzzi non è lo scaricabarile» - La parola passa dunque alla difesa, rappresentata dall’avvocato Pedroli, che contesta le accuse e chiede il proscioglimento di Matteuzzi. Il legale sottolinea che «la sua assenza di oggi in aula non permette di scaricare tutto sulle sue spalle, lui non è lo scaricabarile: è assente per motivi di salute».

La difesa parla anche di esenzione dell’imputato da qualsiasi pena, basandosi sulla violazione del principio di celerità.

«Sospettava, ma non sapeva» - Per quanto riguarda la vicenda, l’avvocato Pedroli afferma che Matteuzzi sospettava, ma non era a conoscenza del dissesto finanziario in cui versava Sogevalor. «Lo avesse saputo, di certo non avrebbe investito il suo denaro nella società». E secondo il legale, il ruolo del suo cliente all’interno dell’azienda non era quello amministrativo: «Lui si occupava esclusivamente della compravendita di titoli: lui non portava clientela, lui non la convinceva a investire».

La sentenza è attesa a partire dalle 17.

 

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