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PREGASSONA«Mio figlio aggredito sull'uscio. Siamo terrorizzati»

11.05.16 - 17:08
Via Alla Bozzoreda, il giorno dopo. Parla la famiglia vittima della rapina
foto rescue media
«Mio figlio aggredito sull'uscio. Siamo terrorizzati»
Via Alla Bozzoreda, il giorno dopo. Parla la famiglia vittima della rapina

LUGANO. «Mi dispiace, non apro». La signora A.C. risponde alle domande di Tio.ch/20minuti da dietro una porta: quella dell'appartamento di via Alla Bozzoreda 30 dove, ieri pomeriggio, un rapinatore è entrato malmenando chi in quel momento si trovava in casa. «Era mio figlio, sì, si trovava qui per caso» conferma la signora che, oggi, si trova nella stessa situazione. Sola con un estraneo sulla soglia. Non vuole uscire: «Chiedo scusa, ho troppa paura».

«Non si conoscevano» - Il malvivente - un uomo sui 40 anni, il cui identikit è stato diffuso dalla polizia - si trovava proprio qui, davanti allo spioncino, ieri alle 15.30. Conosceva la vittima? «Assolutamente no. Non sappiamo chi fosse. È stato un caso che, malauguratamente, mio figlio abbia aperto la porta proprio in quel momento...» spiega la padrona di casa.

L'aggressione - «Io non ero presente - continua la donna - mi ha raccontato di avere sentito dei movimento sul pianerottolo, è uscito a vedere... ed è stato aggredito. Calci, pugni. Ora sta meglio, ma è pieno di ematomi. Quando siamo tornati a casa abbiamo trovato tutto a soqquadro».

La caccia continua - La vittima, un cittadino italiano di 33 anni, è stata interrogata nuovamente oggi pomeriggio dalla Polizia cantonale, mentre proseguono le ricerche del rapinatore - finora senza esito. La famiglia intanto è sotto choc. Il timore traspare dalla voce della donna: «Abbiamo paura, non possiamo sentirci sicuri nemmeno a casa nostra. Non ci era mai capitato nulla del genere».

«Chiediamo più controlli» - In un quartiere che si scopre «troppo poco sicuro» la richiesta della famiglia ora è che «le forze dell'ordine facciano più controlli, si facciano vedere per strada. Non abbiamo altro da aggiungere». La paura, alla fine, prende il sopravvento. «Ora andatevene o chiamo la polizia». 

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