Il medico, sospeso lo scorso settembre in seguito allo scambio di pazienti del 2014, è risultato essere in sala
LUGANO - Il dottor Piercarlo Rey, sospeso lo scorso settembre in seguito ad uno scambio di persone avvenuto nel 2014 che risultò in una mastectomia effettuata ai danni della paziente sbagliata, dopo qualche mese è risultato trovarsi, con grande imbarazzo del personale, nuovamente fra le mura della sala parto dell'istituto, sembra per assistere una sua paziente. A riportare la notizia sono le pagine odierne de La Regione, che conferma inoltre come il medico, a mesi di distanza dalla sua sospensione, continui ad avere nello stabile Villa Anna 2 alla clinica di Sorengo il proprio studio: «il suo nome è sulla segnaletica all'entrata e nell’ascensore.»
Il caso - L'8 luglio 2014 il dottor Rey venne meno ai suoi oneri di identificazione della paziente prima di iniziare l'intervento chirurgico. La 67enne sotto i ferri doveva infatti essere operata per la rimozione di un minuscolo tumore e si risvegliò invece priva di entrambi i seni. Inoltre, il medico è pure accusato di aver intenzionalmente violato il suo obbligo di informare la paziente e le persone a lei prossime, redigendo documenti inveritieri e invitando i colleghi al silenzio. Un insieme di cause che hanno portato il DSS ha ritenere inamissibili i suoi comportamenti, revocando la fiducia e sospendendolo.
La parola al medico cantonale - La presenza di Rey è stata ora debitamente segnalata dalla direttrice della clinica Sant'Anna a Giorgio Merlani, medico cantonale. Quest'ultimo, contattato dalla Regione in merito alla violazione, ha risposto in maniera molto sintetica confermando che «tutte le segnalazioni di attività sanitarie non autorizzate vengono raccolte, vagliate ed analizzate», e precisando che «tutte le violazioni vengono perseguite nei modi e tempi dovuti, anche se questo non avviene sotto i riflettori mediatici».
Nel frattempo Piercarlo Rey mantiene la sua linea di pensiero contraria alla decisione del DSS di sospenderlo dall'attività medica. Il medico ha già presentato due ricorsi. Il primo al governo, bocciato, e un secondo al tribunale penale amministrativo.