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LUGANOMadre e figlio separati sotto Natale, c'è il lieto fine?

30.12.15 - 11:10
Dopo il polverone mediatico trovata una famiglia pronta ad accudire la puerpera e il neonato
ticinonline/d.m.
Madre e figlio separati sotto Natale, c'è il lieto fine?
Dopo il polverone mediatico trovata una famiglia pronta ad accudire la puerpera e il neonato

LUGANO - Sembrerebbe stia volgendo verso una felice conclusione la vicenda che ha portato questa mattina, davanti all'ospedale Civico di Lugano, alcuni manifestanti in difesa dei diritti di una giovane mamma a cui le Autorità avrebbero voluto togliere il figlio nato pochi giorni fa (il 16 di dicembre).

Una famiglia pronta ad accudire madre e figlio - Un intervento, quest'ultimo, definito "inopportuno e non giustificato", dai manifestanti in quanto basato su una perizia effettuata sulla donna diversi anni fa e non più in linea con quella che sarebbe la stiuazione attuale. Ingiustificato in primis per il Dr. Paolo Peduzzi (PPD) che, negli scorsi giorni, sulla questione ha sottoposto un'interrogazione al Consiglio di Stato sollevando un polverone mediatico. "Ma che ha però sortito il suo effetto", sottolinea lo stesso pediatra. Sembra infatti che sia stata trovata una famiglia pronta ad accudire sia la madre 29enne che il nuovo nato. "Così non fosse stato, il piccolo sarebbe stato portato via già oggi", sottolinea Peduzzi.

Trasferimento tra pochi giorni - A seguito del colloquio tra questa famiglia ospitante e la donna, avvenuto ieri in serata, si provvederà nei prossimi giorni al trasferimento della neo mamma. "Fino al 4 di gennaio ci hanno comunicato che resterà qui in ospedale", ci anticipa Carlo Bizzozero, direttore dell'Istituto per minorenni, von Mentlen, anche lui tra i manifestanti. "Resta ora da capire come saranno gestite le altre due bambine", aggiunge. La donna in questione è già madre di due bambine di 8 e 6 anni, attualmente accolte presso l'istituto del Bellinzonese sopra citato. "Frequentano le scuole comunali, partecipano a svariate attività nel tempo libero e conducono una vita quasi del tutto uguale a quella dei loro coetanei", assicura Bizzozero.

E proprio questa situazione di "normalità", accompagnata dai "notevoli cambiamenti" della donna, hanno spinto i manifestanti (tra i quali anche lo psichiatra Christian Fäh e l'avvocato Stefano Zanetti) a fare, in qualche modo, da garanti.

"Aiutare la madre per permettere al bambino di crescere sano" - "In un percorso progressivo - assicura Peduzzi - si è potuto concretizzare un coinvolgimento sempre maggiore di madre e figlie nelle loro relazioni e nelle esperienze di vita quotidiana, in special modo durante i fine settimana e i periodi delle vacanze scolastiche. tanto che oggi, la donna, con il supporto di una puntuale ed adeguata consulenza, è in grado di occuparsi anche del piccolino. Una condizione, questa, necessaria per il benessere futuro del bambino, come hanno dimostrato da tempo gli studi più accreditati in materia".

Il caso - La donna, tra il 2007 e il 2008, era stata valutata per appurare se fosse in grado di gestire le proprie figlie. Dopo l’analisi era stato stabilito che durante la settimana le ragazzine sarebbero state accolte in un istituto. La signora era sola. Il compagno era stato allontanato dal territorio per difficoltà con la giustizia.

All'inizio del novembre di quest'anno, la 29enne, oggi in AI, aveva rivelato il suo stato di gravidanza. L'Autorità tutoria competente e gli operatori della rete di intervento sociale, a quel punto, le hanno fatto presente l'eventualità che non le sarebbe stato consentito di accudire la sua creatura.

Le ragioni, riferite già nell'atto parlamentare di Peduzzi, si fondano su quella valutazione del 2007. "Tutto ciò senza tenere conto che nel frattempo la situazione personale della madre ha fatto notevoli cambiamenti", spiega Peduzzi. "La constatazione che il neonato sia figlio del medesimo padre delle precedenti due bambine (oggi ritornato in Svizzera) deve essere considerata come una componente che riveste un valore significativo a livello della continuità dei sentimenti che legano le persone che costituiscono la coppia genitoriale e la famiglia nel suo insieme", spiega.

"Bisogna essere positivi e dare una possibilità a queste donne - aggiunge Bizzozero -. Sono 40 anni che faccio questo mestiere e vi assicuro che non è un caso isolato. Ed è un errore prendere decisioni così importanti basate su una valutazione frettolosa. Ricordiamoci che 'dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori'".

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