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LUGANO"Sfruttati" al grotto sociale: pulizie gratis a casa del capo

07.08.15 - 06:10
Quattro eritrei in assistenza arruolati senza autorizzazione, e senza stipendio, al Grott Dal Magnan
"Sfruttati" al grotto sociale: pulizie gratis a casa del capo
Quattro eritrei in assistenza arruolati senza autorizzazione, e senza stipendio, al Grott Dal Magnan

BOGNO - Il salamino nostrano a 7 franchi, le costine a 22, i clienti seduti ai tavolini all’aperto. Il Grott Dal Magnan a Bogno è quello che sembra: un grotto come tanti, in Valcolla – oppure no? La gestione (nuova) lo presenta come un "grotto sociale": il progetto è "dare una possibilità di inserimento a persone in assistenza" annunciavano a luglio i promotori al Quotidiano. A oggi, però, al Cantone non risulta alcuna convenzione.

"Non sono autorizzati" - "Non sono tra i partner autorizzati per i nostri programmi" spiega Claudio Blotti della Dasf. Eppure l’associazione no profit che ha da poco rilevato lo spazio, l’Unione dei Giovani Ticinesi (Ugt), si presenta su internet e in pubblico come "grotto sociale". Inoltre, almeno a partire da maggio, avrebbe impiegato persone in assistenza per lavori di ristrutturazione, e non solo.

Lavori (non pagati) a casa del presidente - Quattro cittadini eritrei fra i 35 e i 51 anni raccontano a 20 minuti di avere lavorato "come lavapiatti e giardinieri all’interno del grotto e persino nella casa privata del presidente dell’associazione, in lavori di giardinaggio e pulizia domestica". Il tutto "senza contratto né rimborso spese, nonostante lo abbiamo chiesto più volte, alla fine abbiamo deciso di far valere i nostri diritti".

"Casa mia è la sede dell'associazione" - Ora la Dasf è intervenuta, spiega Blotti, vietando al grotto "di fare ulteriore ricorso a persone in assistenza". Il gestore dal canto suo sostiene di avere agito "in buona fede con l'intenzione di regolarizzare gli eritrei" e che la situazione creatasi "è responsabilità di un nostro ex collaboratore ora dimessosi". Quanto ai lavori domestici, si giustifica dicendo che casa sua "è anche la sede legale dell’associazione".

Ghisletta: "Fatto grave" - I quattro eritrei intanto si sono rivolti al sindacato Vpod: "È un fatto molto grave, non è certo questo il modo di lavorare nel sociale" commenta il segretario Raoul Ghisletta: "Come sindacato stiamo inoltrando una richiesta di risarcimento per queste persone".

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