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MONTE CARASSOSi perdono cercando il ponte tibetano: "La segnaletica non è chiara"

08.07.15 - 13:48
Il presidente della Fondazione Curzútt - S. Barnàrd: "Effettivamente il logo non è bellissimo. Ma siamo contenti che il nostro ponte attiri anche chi non è avvezzo alla montagna"
lettore tio.ch
Si perdono cercando il ponte tibetano: "La segnaletica non è chiara"
Il presidente della Fondazione Curzútt - S. Barnàrd: "Effettivamente il logo non è bellissimo. Ma siamo contenti che il nostro ponte attiri anche chi non è avvezzo alla montagna"

MONTE CARASSO - Volevano visitare il ponte tibetano, ma si sono persi nel bosco girovagando per 4 ore. Tutto è bene quel che finisce bene, ma non è mancata una certa dose di paura per due escursionisti improvvisati che, affascinati dal ponte tibetano Carasc, si sono cimentati, questo fine settimana, in una singolare avventura tra i sentieri sulla Valle di Sementina.

Complice il bel tempo, la coppia, esaltata dal desiderio di “una giornata diversa e all’aria aperta”, si è diretta in auto in direzione di Monte Carasso. “Ci hanno consigliato di parcheggiare nei pressi di San Defendente (Sementina) e così abbiamo fatto - ci racconta uno dei due escursionisti -. Siamo saliti fin dove ci portava la strada, quindi abbiamo lasciato l’auto e, chieste informazioni a un passante, ci siamo addentrati nel sentiero che ci è stato segnalato”.

45 minuti diventano 4 ore - E qui ha inizio l’avventura. “Ci era stato detto che saremmo arrivati in meno di 45 minuti, ci siamo messi di buona lena e abbiamo camminato per un po’”. La coppia prosegue per il sentiero intrapreso, fino a quando inizia ad avere dei dubbi. “Camminavamo già da diverso tempo quando abbiamo iniziato ad avere un brutto presentimento. Perché del ponte non c’era nessun riferimento?”.

Non conoscendo minimamente la conformazione del territorio i due hanno ben presto iniziato ad avvertire un certo senso di smarrimento: “Abbiamo cercato di non farci prendere dal panico. Ma i cartelli gialli che continuavamo a incontrare indicavano tutto tranne il ponte”. Complice la stanchezza, ma soprattutto la calura, i due sentono di non essere più lucidi e cercano aiuto: “A un certo punto abbiamo deciso di smettere di girovagare e, visto un rustico, abbiamo provato a vedere se qualcuno poteva darci indicazioni. Abbiamo trovato persone gentilissime e il ponte non era lontano”.

Il cartello c'è, ma... - Qui la rivelazione, il cartello c’era, ma non l’avevano visto. “C’è sempre stato. Ma non giallo come gli altri che si incontrano sul sentiero, bensì bianco e senza una scritta chiara. Ci siamo accorti che il ponte era segnalato con un adesivo, ma sfidiamo a riconoscerlo a un paio di metri di distanza”.

Pochi minuti più tardi l’agognato traguardo: “Ecco infine il ponte. Ci siamo goduti lo spettacolare panorama. Erano ormai svariate ore che eravamo in giro, abbiamo quindi deciso di tornare indietro. Anche in questo caso abbiamo chiesto indicazioni e, grazie alla gentilezza della gente del posto, abbiamo ritrovato l’auto. Tutto bello, ma che sudata”.

Il Sindaco: “Un’eccezione” - “È la prima volta che sento che degli escursionisti si perdono per raggiungere il ponte”, ci spiega il sindaco di Monte Carasso, Ivan Guidotti. “È possibile che lo sfondo bianco della segnaletica e l’assenza di una scritta abbiano potuto trarre in inganno”.

“Logo poco chiaro” - La segnaletica, però, non è opera del Comune, ma della Fondazione Curzútt - S. Barnàrd. “Il logo effettivamente non è bellissimo, forse non è sufficientemente leggibile”, ammette

Carlo Bertinelli, presidente della Fondazione, che però ci tiene a precisare: “con questo ponte stiamo attirando una clientela nuova, che non rispecchia il canonico escursionista. Chi è abituato a percorsi vita e sentieri la nostra segnaletica la trova persino ridondante”, sottolinea.

Bertinelli, inoltre, ci tiene a lodare il lavoro svolto a favore dell’avventore neofita: “Sapevamo che questo ponte, per le sue peculiarità, avrebbe attirato molta gente. Per questo motivo i nostri sentieri sono stati battuti in modo tale da poter essere affrontati anche da chi non ha esperienza. Capita ancora che qualcuno si perda, ma sono casi rarissimi. In questo caso specifico prendiamo nota della segnalazione e vedremo di pensare a un adesivo più chiaro. Potrebbe essere una soluzione”.

Alcuni consigli utili - Il presidente della Fondazione suggerisce alcuni consigli per chi volesse affrontare la camminata: “Portate con voi una cartina. La si trova all’Info Point e si può scaricare da internet. Non posteggiate in cima, partite a piedi dal piano. Per i gruppi organizziamo anche dei bus, basta avvisarci. Infine partite dai punti segnalati e indossate l'abbigliamento adatto. Ho visto due luganesi salire con delle espadrillas. Si tratta pur sempre di un’escursione, non di una passeggiata”.

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