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S.ANTONINOUna sigaretta, e il posto di lavoro va in fumo

03.02.15 - 12:47
Il caso di un dipendente della LATI di S. Antonino, licenziato per aver fumato dove non consentito, diventa una petizione dei lavoratori che ne chiedono il reintegro
Una sigaretta, e il posto di lavoro va in fumo
Il caso di un dipendente della LATI di S. Antonino, licenziato per aver fumato dove non consentito, diventa una petizione dei lavoratori che ne chiedono il reintegro

S.ANTONINO - Una sigaretta fumata dove non era consentito, e il posto di lavoro è andato in fumo. È la singolare vicenda raccontata da un gruppo di dipendenti della LATI SA di S. Antonino che, attraverso una petizione, chiedono il reintegro del collega licenziato in tronco.

"Il personale della LATI SA di S. Antonino ha saputo del licenziamento in tronco del collega "X", dopo che è stato visto dal direttore mentre fumava una sigaretta nel locale lavaggio - recita la petizione -. Tutto il personale è consapevole delle regole aziendali e dell'importanza del rispettare le stesse, ma ritiene che il principio della proporzionalità debba prevalere anche in questa situazione", viene scritto all'indirizzo della Direzione.

I dipendenti difendono così il loro collega: "È necessario considerare che non stava fumando in zona bianca (locali produzione), ma bensì in zona nera (locali sporchi). Questo riduce fortemente la gravità del suo gesto che dovrebbe essere punito con un richiamo o un ammonimento (così come previsto dal regolamento di servizio)".

Da qui la richiesta di un ritorno sui propri passi: "Ci appelliamo alla sensibilità della direzione chiedendo di comprendere che la situazione familiare del collega è, con un licenziamento in tronco, messa in difficoltà. Un licenziamento di questo tipo causerebbe alla sua famiglia una sospensione dello stipendio di circa tre mesi da parte della cassa disoccupazione".

Misura, questa, che appare ancora più rigida se fosse verificato che, come prosegue la petizione: "aldilà di quanto accaduto, il collega, nei tanti anni di lavoro presso LATI, si è sempre dimostrato un buon collaboratore che non ha mai ricevuto richiami o ammonimenti di alcun tipo".

I dipendenti della LATI, a questo punto, propongono una soluzione: "Il reintegro del collega. In questo caso sarebbe comprensibile un eventuale ammonimento".

L'auspicio, infine, è quello che l'azienda "possa discutere con la commissione d'azienda e con il sindacato Unia queste proposte che, se adottate, permetterebbero un clima più disteso in azienda".

"Unia: senza una risposta procederemo con la denuncia" - La petizione inviata alla direzione è nota anche a Igor Cima che ci conferma la buona condotta del dipendente fino ai fatti appena menzionati: "Non era mai stato richiamato. È un dipendente che, in 10 anni alla LATI, aveva sempre avuto un ottimo feedback con l'azienda".

Per il segretario sindacale responsabile della Sezione UNIA Sopraceneri, insomma, il licenziamento in tronco sarebbe "assolutamente ingiustificato". "Vediamo se la petizione avrà effetto", si augura quindi Cima. Il sindacalista, per dimostrare che la ragione è dalla parte del lavoratore, sottolinea come il regolamento del personale della LATI dica in modo chiaro che in queste situazioni l'azione da intraprendere sarebbe dovuta essere quella dell'ammonimento.

Unia, altrimenti, è pronta all'attacco: "Nel caso non dovessimo trovare un compromesso saremo costretti a procedere con una causa per licenziamento ingiustificato e chiederemo una cospicua indennità".

Per Cima quello della LATI è stato un atto dimostrativo: "Hanno voluto mostrare il pugno e mandare un messaggio forte ai lavoratori, sicuramente visto il momento di crisi".

D'altra parte in azienda il clima non sarebbe dei più distesi: "C'è da tempo un attacco al contratto collettivo da parte dei lavoratori. Al momento abbiamo scritto una raccomandata in direzione. Stiamo aspettando la risposta".

Direzione che, contattata anche da noi, al momento non ci ha fornito alcuna spiegazione.

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