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LOCARNOPolanski: la rete risponde tra ironia, gioia e dispiacere

12.08.14 - 15:08
Non troppi, viste le polemiche degli ultimi giorni, i commenti sui social network per la decisione del regista di non partecipare al Pardo
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Polanski: la rete risponde tra ironia, gioia e dispiacere
Non troppi, viste le polemiche degli ultimi giorni, i commenti sui social network per la decisione del regista di non partecipare al Pardo

LOCARNO - La notizia della rinuncia da parte di Roman Polanski a partecipare al Festival del Film di Locarno non sembra aver turbato troppo la rete. Pochi, vista la polemica degli ultimi giorni per il riconoscimento che si era pensato di offrire al regista, coloro che si sono espressi dopo la clamorosa decisione. E, soprattutto, tra questi pochi, molti sono ironici.

"Il dadò è tratto #Polanski", cinguetta un simpatico Matteo Pelli. "Avrà sentito dei piani ticinesi per arrestarlo come fatto a Zurigo nel 2009... #humour noir", replica, sempre con un tweet Norman Gobbi. Una spiegazione per quanto accaduto, la fornisce, ovviamente con spirito, Alan Del Don: "A Locarno ci sono solo milf".

Non mancano tuttavia, coloro che si dicono invece indignati per l'auto esclusione del regista dal Pardo. "Un giorno triste per la libertà dell'arte. Oggi non solo il Pardo, ma tutto il cinema non ruggisce". sottolinea Niccolò Castelli. "Polanski non verrà al Pardo, pare che vi abbia rinunciato spontaneamente. L'indignazione spontanea popolare contro i suoi "demeriti umani" ha prevalso sul suo indubbio genio artistico. Chi ha vinto e chi perso in questa faccenda? Secondo me hanno vinto tutti. Hanno vinto le vittime dei pedofili sapendo che in Ticino non v'è ragione alcuna che possa mettere in secondo piano il sopruso da loro subìto; hanno vinto i ticinesi che hanno espresso la loro indignazione incuranti di apparire bacchettoni, provinciali e quant'altro. Ha vinto anche la libertà d'espressione, che non può essere invocata solo per gli intellettuali e per gli artisti", aggiunge Armando Boneff.

C'è poi chi è d'accordo con la decisione presa dal regista, come Lorenzo Quadri, che punta il dito contro gli organizzatori del Festival: "Il regista Polanski ha preso la decisione più sensata, visto le proteste provocate dalla sua annunciata presenza a Locarno. Un conto è proiettare i suoi film, altro è (era) osannare l'uomo - che non può essere separato dal regista - dandogli un palcoscenico, peraltro ampiamente finanziato con soldi pubblici. E' chiaro che l'errore è della dirigenza e della presidenza che ha invitato Polanski, sempre che ciò sia avvenuto in buona fede. Si ha purtroppo l'impressione che ogni anno, per "far parlare" del Pardo, ci si debba inventare una provocazione più o meno grossolana: prima il film sui pornozombie gay, poi il brigatista rosso non pentito, adesso Polanski. (...) Il festival di Locarno, quello che adesso si sciacqua la bocca con la libertà d'espressione, 10 anni fa rifiutò scandalizzato di dedicare un piccolo spazio a Submission. Perché? Ma perché la proposta di proiettarlo non veniva dagli ambienti gauche caviar - radikal chic che gravitano attorno alla manifestazione. Come al solito, due pesi e due misure".

O ancora: "Se i suoi limiti sono superati (sight) non gli resta che rassegnare le dimissioni...dopo tutto lo stipendiano anche i cittadini...con i contributi al festival", scrive su Facebook Tiziano Galeazzi.

Ci sono poi i dispiaciuti: "A very sad day for @FilmFestLocarno and the fillmmakers that were waiting for him", cinguetta l'attrice ticinese Aglaja Amadò. Gli indifferenti: "Sopravviveremo anche senza Polanski" (Patrick Della Valle). O, infine, chi persino vorrebbe tentare di cambiare le cose. "La mia proposta è: usiamo la nostra voce per far sí che Polanski venga. Contro l'ignoranza dei meschini #Locarno4Polanski", propone il giornalista Boris Sollazzo.

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