Inizia domani il Ramadan anche per i quasi 400mila islamici svizzeri. Un mese di digiuno, comunità e gastronomia
LUGANO. Domani è il primo giorno di Ramadan: «Seguiamo la luna, la certezza al 100% non c’è ancora, potrebbe iniziare domenica», ci spiega l’imam Samir Radouan Jelassi della Lega Musulmani Ticino.
Non solo dal cibo ci si astiene dall’alba al tramonto: «Non si beve, non si mangia, non si hanno rapporti sessuali», afferma. «Inoltre è importante la preghiera, perché è il mese in cui è stato rivelato il Corano». All’astensione materiale si affianca poi quella spirituale. «Si presta attenzione a ciò che si dice, alle parole che si usano, a ciò che si guarda. Agli atti e ai pensieri». Perché oltre al corpo, i fedeli islamici purificano l’anima.
Il mese del digiuno? Non solo, il cibo ha una grande importanza. Al calar del sole le tavole si colmano. «Il momento della rottura del digiuno è importante per valutare il cibo che si mangia. Si può pensare al bicchiere d’acqua o di latte che si beve, a quei pochi datteri e a chi non ha nemmeno quello». Ma se la tradizione vuole che siano i cibi più poveri a rompere il digiuno, la comunità islamica ticinese si sbizzarrisce tra i fornelli. «Ci si riunisce la sera ed è occasione di competizione tra i componenti. Così si sfidano la cucina asiatica, africana, dei balcani e quella ticinese naturalmente».
Dispensati sono i malati, le gestanti e alcune categorie lavorative. E i musulmani della Nazionale? Martedì Shaqiri potrà mangiare prima della partita? «Non so se i giocatori islamici della nostra squadra digiuneranno. Ma l’idea è che il calcio a questi livelli sia un’attività professionale più che una semplice pratica sportiva, è probabile che siano dispensati», ci tranquillizza Jelassi. E ci insegna ad augurare un generoso mese del digiuno ai nostri lettori islamici. Ramadan karim!