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CANTONEContingenti per i frontalieri, il Ticino potrà decidere il tetto

20.06.14 - 18:03
Non saranno invece contingentati i padroncini e i distaccati. Tutti i dettagli del Piano del Consiglio federale
Foto Ti Press
Contingenti per i frontalieri, il Ticino potrà decidere il tetto
Non saranno invece contingentati i padroncini e i distaccati. Tutti i dettagli del Piano del Consiglio federale

BELLINZONA - I contingenti che verranno introdotti a seguito della votazione del 9 febbraio riguarderanno anche i frontalieri. Altre richieste presentate dal canton Ticino invece non sono contemplate nel Piano di attuazione presentato oggi dal Consiglio federale.

Queste le proposte formulate dai vari Dipartimenti federali:

 

Tetti massimi e contingenti - I cantoni dovranno annunciare il fabbisogno di manodopera straniera, ma i tetti massimi e i contingenti saranno stabiliti dal Consiglio federale e ripartiti poi fra i cantoni. La Confederazione mantiene quindi una riserva. Terrà conto dei problemi regionali, degli impegni internazionali e delle diverse esigenze, in particolare per quanto riguarda i frontalieri. Per la fissazione i tetti massimi e i contingenti verranno analizzati diversi indicatori: la situazione dell'economia e del mercato del lavoro, il numero di posti disponibili, il fabbisogno di manodopera non coperto, l'immigrazione e l'emigrazione, ma anche gli effetti di altre misure accessorie, per esempio nel settore dell'impiego di manodopera residente. A questo scopo sarà istituito un organo consultivo composto da rappresentanti delle autorità federali e cantonali competenti in materia di migrazione e di mercato del lavoro e saranno coinvolte le parti sociali.

 

Frontalieri - Il Consiglio federale stabilirà tetti massimi e contingenti per frontalieri tenendo conto delle necessità dei Cantoni. Questi ultimi avranno la possibilità di introdurre autonomamente limitazioni più severe per tutelare il mercato del lavoro regionale.

 

In particolare, potranno rendere obbligatoria la verifica della preferenza nazionale, vale a dire che nei settori critici prima di assumere un frontaliere si verificherà se effettivamente non esistono lavoratori locali interessati a quel determinato impiego.

 

Inoltre sarà possibile controllare prima dell'assunzione del frontaliere le condizioni salariali e lavorative proposte dal datore di lavoro, in modo da evitare il dumping salariale. Il governo ha lasciato questo competenza ai singoli cantoni poiché esistono notevoli differenze regionali per quanto riguarda l'impatto della manodopera frontaliera.

 

La richiesta di escludere i frontalieri dai tetti massimi, come proposta da alcuni ambienti economici, non è compatibile con il nuovo articolo 121a della Costituzione previsto dall'iniziativa "contro l'immigrazione di massa".

 

Prestazioni di servizi transfrontaliere fino a 90 giorni all'anno - Non saranno invece contingentati i prestatori di servizio transfrontalieri indipendenti, i cosiddetti padroncini, e i distaccati che lavorano presso un committente svizzero, come aveva chiesto il Ticino. Per queste due categorie rimarrà in vigore la procedura di notifica come ora.

 

Il Consiglio federale è cosciente degli svantaggi per i fornitori di prestazioni svizzeri e del fatto che per quanto riguarda i distaccati sono state constatate violazioni delle prescrizioni svizzere relative alle condizioni salariali e lavorative, quindi esamina la possibilità di introdurre controlli preliminari delle condizioni salariali e lavorative nell'ambito della procedura di autorizzazione.

 

Preferenza nazionale - Per stabilire i tetti massimi e i contingenti bisognerà tenere conto del "potenziale indigeno di manodopera", come ad esempio le persone in cerca di impiego o i nuovi laureati. La preferenza sarà data sia agli svizzeri che agli stranieri che soggiornano permanentemente nel nostro paese.

 

La verifica sistematica del rispetto del principio della preferenza nazionale è prevista solo per i cittadini di uno stato terzo. Per i cittadini Ue/Aels non è necessaria. Se la preferenza nazionale è sistematicamente verificata, è possibile controllare le condizioni salariali e lavorative nel singolo caso al momento del rilascio del permesso di soggiorno di breve durata, di dimora e - se deciso dal cantone – di frontaliere.

 

Misure di accompagnamento - I dettagli concreti delle future misure di accompagnamento saranno decisi soltanto in un secondo tempo, quando sarà stato scelto il modello d'attuazione definitivo. Sono però già stati fissati alcuni principi di base:

a) le misure di accompagnamento per tutelare le condizioni salariali e lavorative continueranno ad essere necessarie perché anche in un sistema a contingenti sussiste il rischio di dumping salariale.

b) I controlli da parte dei partner sociali nei settori in cui vigono salari minimi sulla base di contratti di lavoro collettivi e da parte delle commissioni tripartite nei settori senza salari minimi rimarranno in vigore.

c) I futuri controlli non dovranno comportare un eccessivo onere per le imprese

d) nella futura procedura d'ammissione i fornitori di prestazioni svizzeri non dovranno essere discriminati rispetto a quelli stranieri.

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