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Interpellanza del Consigliere nazionale ticinese sulle conseguenze dell'adesione svizzera allo scambio automatico delle informazioni fiscali
BERNA - Il segreto bancario sulla via del tramonto lascerà il posto allo scambio automatico d'informazioni. Ieri la Svizzera ha firmato le dichiarazioni dell'OCSE proprio a favore dello scambio automatico d'informazioni in materia fiscale firmata a Parigi in occasione della riunione dei ministri dell’OCSE.
Il consigliere nazionale Lorenzo Quadri, in un'interpellanza al Consiglio federale esprime il timore che il passo fatto dalla Svizzera sia stato affrettato.
A tal proposito - si legge nel preambolo al documento inoltrato all'attenzione del Consiglio federale - "la notizia - per quanto non sorprenda vista la deplorevole politica del cedimento che il Consiglio federale ha adottato negli ultimi anni nei confronti di Paesi stranieri ed organizzazioni sovranazionali in materia di segreto bancario e non solo - suscita comunque perplessità. Gli Stati Uniti hanno ad esempio già indicato di non volersi adeguare, fondati dubbi sussistono anche sulle intenzioni britanniche. C’è quindi il rischio che, ancora una volta, la Svizzera si ritrovi a fare la “prima della classe”, a proprio danno economico e politico".
Quadri parla di "interrogativi inquietanti nascono inoltre sulla volontà, da parte del Consiglio Federale, di mantenere il segreto bancario interno" e chiede se il Governo mira ad abolire anche il segreto bancario interno.
In merito a questo tema, Quadri chiede al Governo federale se è intenzionato a "continuare a tollerare senza contromisure – quali ad esempio il blocco dei ristorni dei frontalieri - l’iscrizione della Svizzera su black list italiane illegali, iscrizione avvenuta proprio a seguito del segreto bancario".
L'ultima domanda riguarda le conseguenze di questa firma sulla piazza finanziaria ticinese e svizzera.
