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BELLINZONATroppa violenza in passato: muore il 'cane della vergogna'

17.12.13 - 07:23
Triste epilogo per la vicenda del povero Ennon, un alaskan malamute vittima di gravi maltrattamenti nel Luganese.
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Troppa violenza in passato: muore il 'cane della vergogna'
Triste epilogo per la vicenda del povero Ennon, un alaskan malamute vittima di gravi maltrattamenti nel Luganese.

BELLINZONA. Non ce l’ha fatta, il povero Ennon. Proprio ora che la sua vita sembrava essere cambiata, il passato è riemerso di prepotenza. Troppe le sofferenze subìte. Troppe le malattie trascurate. L’alaskan malamute di 8 anni, salvato da un’associazione animalista circa 12 mesi fa in un’abitazione del Luganese, è morto. E questo nonostante l’amore della sua nuova padrona, una signora del Bellinzonese che a marzo aveva deciso di adottarlo. “Ennon non c’è più – sospira –, abbiamo dovuto sopprimerlo perché soffriva troppo”.

Era stato ribattezzato ‘il cane della vergogna’. Perché dormiva tra gli escrementi, al freddo, in uno spazio ridotto. E quando lo avevano trovato era pieno di piaghe, di ferite. La sua storia aveva commosso il Ticino, oltrepassando i confini nazionali. Dopo lo scandalo, un’anima buona aveva deciso di prendersene finalmente cura. “A un certo punto – spiega la signora –, Ennon sembrava in ripresa. Ma è stata una cosa momentanea. Il pelo non cresceva più e aumentavano i problemi alla schiena. Questo cane ha vissuto tanta violenza, non gli davano da mangiare, lo tenevano al gelo. Senza contare tutte le bronchiti non curate. Da esami approfonditi è saltato fuori che Ennon aveva una serie di problemi importanti. Una disfunzione alla tiroide, ma anche un ascesso interno. C’era una grave infezione alle ossa e una parte del suo corpo si stava lentamente paralizzando. Siamo stati costretti a farlo addormentare. Soffriva troppo”.     

“Questo cane è stato parecchio sfortunato – sottolinea il veterinario che se ne è occupato sin dal primo giorno –. I maltrattamenti subìti in passato hanno avuto diverse conseguenze su di lui. Ha fatto una vita infame”.

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