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BELLINZONACongiunzione delle liste, Mellini "bocciato"

17.06.13 - 15:15
Cattori: "Iniziativa con fini elettorali meramente speculativi e non programmatici"
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Congiunzione delle liste, Mellini "bocciato"
Cattori: "Iniziativa con fini elettorali meramente speculativi e non programmatici"

BELLINZONA - Reintrodurre la possibilità della congiunzione delle liste nelle candidature per l'elezione del Consiglio di Stato, del Gran Consiglio, dei Municipi e dei Consigli comunali. Il Governo boccia a larga maggioranza l'iniziativa voluta da Eros N. Mellini, appoggiando il rapporto di maggioranza, contrario alla proposta, di Fabio Bacchetta-Cattori.

Per Mellini, la possibilità di congiunzione delle liste invece dell’obbligo della lista unica, darebbe un beneficio ad ambedue le forze congiunte. Questo perché, "se l’attribuzione dei seggi a turni sulla base dei resti - spiega -, concederebbe al partito minore una chance di vedersi premiato al secondo o al terzo turno, il partito più piccolo rinuncerebbe a qualsiasi alleanza tirando per la sua strada". Per Cattori, invece, "la congiunzione delle liste viene spesso utilizzata per fini elettorali meramente speculativi e non programmatici, con il rischio di proporre all’elettorato apparentamenti poco naturali, come del resto è accaduto più volte nel passato".

Tra i contrari alla modifica della Legge, primo ad esprimersi, è Franco Celio (PLR). "Il gruppo Liberale Radicale - spiega - condivide e sostiene le conclusioni tratte dal rapporto di maggioranza di Cattori. Le possibilità di congiunzione delle liste potrebbero essere convenienti anche per il nostro partito. non bisogna, nell'elaborare le leggi, pensare alla propria convenienza". Celio ricorda lo "stratagemma" socialista che in passato avrebbe così evitato la dispersione dei voti, tenendo legate formazioni abbastanza affini. "Oggi - precisa Celio -, questo strumento sarebbe invece una semplice operazione aritmetica che produrrebbe un vero imbroglio per gli elettori che votando un partito, vedrebbero i loro voti favorirne un altro".

Contrario all'iniziativa anche Maurizio Augustoni (PPD), che fa presente i rischi nell'adottare un sistema vicino a quello maggioritario. "L'iniziativa nasce dalla comprensibile frustrazione che colpisce un partito non in grado di cogliere i propri obiettivi e che è costretto a rinunciare alla sua specificità consegnandosi a un partito per tenere i voti nella propria area politica. L'iniziativa prenderebbe così gli svantaggi di un sistema maggioritario senza quelli positivi. Con il risultato di unire gli svantaggi dell'uno agli inconvenienti dell'altro. Occorre fare attenzione ad alleanze puramente elettorali, con un governo che dovrebbe mediare su ogni decisione, come avviene nel proporzionale. Sul carro, poi, dovrebbero pensarla tutti più o meno allo stesso modo. Altrimenti si minano gli equilibri parlamentari".

Francesco Cavalli (PS), porta invece l'adesione della maggioranza del suo partito al rapporto di minoranza di Mellini. "La congiunzione delle liste - spiega - è rimasta in vigore fino al 2002 senza che portasse effetti negativi. Si avrebbe una mescolanza tra maggioritario e proporzionale che potrebbe anzi essere fruttuosa. Quando fa comodo si convoca la conformità tra le diverse elezioni. Un avvicinamento tra i sistemi elettorali in vigore potrebbe essere secondo me un passo in avanti".

Gabriele Pinoja (UDC) appoggia, dal canto suo, il rapporto del suo collega: "In questi ultimi 10 anni - spiega -, viste le perdite subite, io penserei a fare retromarcia. Unire in un'unica lista dei candidati è contro natura più che unire due liste Così, almeno, si mantengono le proprie peculiarità".

Incertezza invece in casa Verdi con una Greta Gysin che deve ammettere come non sia stato possibile trovare parere unanime all'interno del suo gruppo. "Non so nemmeno dire a quali dei due rapporti andrà la maggioranza dei voti", spiega Gysin che ammette che, dal suo canto, voterà il rapporto di maggioranza. "Dobbiamo evitare che la gente inizi a non fidarsi della politica. Ci vuole trasparenza, l'elettore deve sapere dove vanno i propri voti". Una voce a favore dell’iniziativa di Mellini, all’interno dei Verdi, la porta Sergio Savoia: “Nessuno è obbligato ad usare questo strumento. Se noi lo neghiamo a priori dobbiamo ammettere però che anche questa è una scelta politica e non tecnica. Se la congiunzione è la madre di tutti i mali non capisco perché PLR e PPD, quando l’hanno usata a tempo debito, adesso non ammettono che quello che va bene a livello Nazionale può andare bene anche a livello Cantonale”.

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