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CANTONEI banchieri ticinesi criticano il progetto del Consiglio federale

29.05.13 - 17:25
I banchieri ticinesi criticano il progetto del Consiglio federale

VEZIA - Durante l’Assemblea generale ordinaria, svoltasi oggi presso la sede di Villa Negroni a Vezia, l’Associazione Bancaria Ticinese (ABT) ha discusso e ratificato la propria posizione in merito alle proposte del Consiglio federale sulla cosiddetta “Strategia del denaro dichiarato”. I banchieri ticinesi ritengono che la strategia che sta alla base delle modifiche legislative in consultazione vada completamente rivista. Per il momento l’ABT continua a sostenere la ritenuta liberatoria quale via ideale che combina la regolarizzazione del passato, la fiscalizzazione dei patrimoni e la protezione della sfera privata. Tenendo conto dell'evoluzione internazionale il settore bancario sarebbe disposto a discutere dello scambio d'informazioni. Le banche ticinesi insistono però sul fatto che la sua introduzione debba essere preceduta dalla possibilità di regolarizzazione (amnistia, autocertificazione) per proteggere da sanzioni penali i clienti, le banche e i consulenti.

Analisi e confronti mancanti - La posizione del Consiglio federale presenta diversi punti deboli. In primo luogo i banchieri ticinesi ritengono che a monte delle proposte del Consiglio federale manchi totalmente un’analisi della situazione attuale per quel che riguarda la regolamentazione e l’applicazione di norme fiscali sul piano internazionale. Il Consiglio federale intende essere precursore in un ambito in cui la lotta ai (presunti) paradisi fiscali cela di fatto una battaglia tra piazze finanziarie, dove i grandi Paesi impongono con la forza nuove regole che intendono destabilizzare gli equilibri economici e l’indipendenza politica dei Paesi più piccoli (Svizzera in prima fila).

L’ABT chiede quindi al Consiglio federale di prendere atto in maniera molto realistica che la situazione in alcuni Paesi, notoriamente quelli che hanno al loro interno dei territori a statuto speciale (USA, Gran Bretagna, Cina ecc.), è ben diversa da quella descritta ufficialmente e che la Svizzera non può permettersi di adottare misure che superino gli standard internazionali. A questo scopo auspica che i servizi dell’Amministrazione federale mettano a disposizione più documentazione con elementi di confronto riguardo alle realtà vigenti in piazze finanziarie concorrenti.

In allegato il documento di ABT.

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