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LUGANO"Siamo in mutande", per l'UDC l'obiettivo è raggiunto

27.03.13 - 16:21
Il partito è soddisfatto per la campagna mediatica, e replica ai commenti giunti dall'Italia
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"Siamo in mutande", per l'UDC l'obiettivo è raggiunto
Il partito è soddisfatto per la campagna mediatica, e replica ai commenti giunti dall'Italia

LUGANO - L’UDC Ticino è contento della campagna “Siamo in mutande” soprattutto per lo scalpore suscitato attorno ai temi della stessa, ossia sicurezza, disoccupazione giovanile e frontalierato.

"I tre temi non sono campati in aria, bensì sono la scelta emersa dopo una seria ricerca effettuata fra la popolazione. Come nel più puro stile dell’UDC, la campagna propone volutamente in maniera forte e magari “politicamente scorretta” i tre temi, con l’intenzione di far discutere su quelli che sono i veri problemi della cittadinanza, anche se spesso esulano dal contesto locale essendo di livello federale" spiega l'UDC in un comunicato stampa.

 

Duri gli attacchi che l'UDC rivolge nei confronti della stampa italiana che ha ripreso la campagna sul tema dei frontalieri. Su questo tema "ci hanno pensato in questi giorni i soliti tromboni della politica e della stampa italiana, con prese di posizione e articoli che stanno diffondendosi a macchia d’olio su Internet. In questo senso è bene sottolineare che le facili (e ormai solite) strumentalizzazioni dei suddetti tromboni non ci toccano minimamente, e che tutti noi UDC – candidati e no – abbiamo in generale un ottimo rapporto con i singoli frontalieri cui riconosciamo sia certi meriti nella crescita della nostra economia, sia la legittimità di cercare un lavoro da noi. Infatti, siamo noi (Svizzeri) gli allocchi che, firmando l’accordo di libera circolazione con l’UE, abbiamo dato il via al fenomeno della sostituzione, acuendo il problema della disoccupazione indigena a favore dell’occupazione italiana".

 

Insomma, all'UDC non danno fastidio i frontalieri, almeno quei 36'000 frontalieri del pre-accordo di libera circolazione che occupavano manodopera di cui in Ticino c'era bisogno, bensì danno fastidio gli oltre 20'000 in più, i cui impieghi erano tradizionalmente occupati da personale indigeno.

 

L'UDC risponde anche a Gaffuri del PD comasco, secondo cui l’economia ticinese rischia il tracollo senza i frontalieri: "E cosa rischierebbe - chiede l'UDC - l’economia lombardo-piemontese, in particolare quella Comasco-Varesina? Noi i 36'000 precedenti l’accordo di libera circolazione li potremmo trasformare in residenti permanenti attingendo altrove, mentre i 20'000 supplementari tornerebbero ad essere finalmente indigeni, ma per il Nord-Italia sarebbero 56'000 disoccupati secchi in più".

 

 

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