La frustrazione di un 28enne perso tra test, trattamenti e farmaci: «In Ticino consigliano di fare terapie un po’ a casaccio».
MENDRISIO - «Ho 28 anni, ma faccio fatica a camminare. Eppure mi sono sottoposto a una miriade di terapie». A dirlo a Tio/20Minuti è un giovane del Mendrisiotto, che dopo oltre un anno passato tra studi medici e di fisioterapia, sfoga la sua frustrazione e punta il dito contro l’ambiente medico-sanitario ticinese.
«In Ticino consigliano di fare terapie un po' a casaccio, si va a tentativi», sottolinea. «Mi sono sentito una cavia, è un anno che vivo questa agonia e ancora non so cos’ho».
Ma facciamo un passo indietro. Nel marzo del 2023 al 28enne viene diagnosticata una tallonite. «Ho seguito la terapia delle onde d’urto e il problema si è risolto. Da quel momento però ho sempre avuto dolori alla gamba destra», spiega.
Test su test, terapie su terapie - Il giovane si sottopone così a radiografie e risonanze (che rilevano unicamente un problema di sovraccarico) e a terapie come «tecarterapia, magnetoterapia, rinforzo muscolare, plantari e agopuntura». Nessuna di queste dà però risultato. «Ad ogni visita emergono nuove ipotesi diagnostiche e nuove modalità di cura. E ogni medico che mi visita per la prima volta dice "Ah sei andato dal medico X? No, lui non è bravo, dovevi venire subito da me"».
Le corse all'ospedale - Intanto, però, nulla si è risolto: «Non so quante volte sono andato al pronto soccorso dell’Ospedale di Mendrisio perché non ce la facevo più con i dolori».
«Mi è stato prescritto un oppioide» - E anche con i medicamenti qualcosa è andato storto. «Il mio medico di famiglia mi ha prescritto un antidolorifico chiamato Palexia, un oppioide che mi ha provocato forti fitte al cuore e dolori allo stomaco». Già, perché si tratta di un farmaco a base di tapentadolo, un oppioide di potenza simile alla morfina e all'ossicodone. «Ho smesso di assumerlo dopo due giorni, ma da allora ho costanti problemi intestinali».
Oltre Gottardo - Un anno da incubo insomma. E dopo tanti tira e molla la corda si è infine spezzata. A fine giugno il giovane si è infatti recato oltre Gottardo per farsi visitare dagli specialisti della Clinica Schulthess di Zurigo, che hanno disposto nuovi esami per verificare l’eventuale presenza di microfratture a gambe o piedi, o di lesioni al disco intervertebrale.
Ma cosa non ha funzionato, se qualcosa non ha funzionato, in Ticino? Ne abbiamo parlato con il dottor Franco Denti, presidente dell’Ordine dei Medici del Cantone Ticino.
«Facciamo diagnosi per esclusione» - «A mio parere non sono stati fatti errori. È però importante sottolineare che il medico fa una diagnosi per esclusione», spiega. «I pazienti forse non se ne rendono conto, ma il ragionamento che fa un medico è "non è questo, non è questo, forse è questo"».
«Va detto, poi, che non a tutti i pazienti riusciamo a dare le risposte che vogliono», aggiunge Denti. «È una realtà con cui conviviamo quotidianamente».
La visione di insieme - Ma anche imboccare troppe strade può portare a perdere la via. «Quando le cose non si risolvono si va dagli specialisti. Ognuno di loro però osserva il problema attraverso la lente della sua specializzazione, che a volte funge da paraocchi. In alcuni casi si rischia insomma di perdere la visione di insieme».
Il medico tiene comunque a precisare che in Ticino le competenze ci sono. «Soltanto il 5% dei pazienti ticinesi si fa curare fuori dal nostro cantone. Diverso il discorso per quanto riguarda invece i consulti, perché noi non abbiamo un ospedale universitario».
Una prescrizione eccezionale - La scelta di prescrivere un oppioide come il Palexia a un 28enne la cui diagnosi è ancora incerta, però, ci sembra quantomeno discutibile. «In Ticino, e in Svizzera in generale, siamo molto reticenti a prescrivere oppioidi, perché spesso vengono mal sopportati e possono creare dipendenza. Sono però utili per chi soffre di dolori cronici, e vengono sovente utilizzati in ambito oncologico», chiosa Denti.
«Il medico in questione deve aver fatto questa prescrizione perché aveva sfruttato tutta la gamma farmacologica per questi dolori», conclude. «In ogni caso posso assicurare che in Ticino, contrariamente agli Stati Uniti, oppioidi come il Palexia vengono usati ben poco».