Cerca e trova immobili

CANTONEIl medico del traffico si rifà vivo dopo oltre cinque anni

19.01.22 - 06:00
Decine di persone si sono viste richiedere il pagamento dell'IVA (entro 10 giorni) per le prestazioni ottenute nel 2016.
deposit
Il medico del traffico si rifà vivo dopo oltre cinque anni
Decine di persone si sono viste richiedere il pagamento dell'IVA (entro 10 giorni) per le prestazioni ottenute nel 2016.
La dottoressa Mariangela De Cesare spiega: «Colpa di un errore dei miei consulenti e dell'Ufficio preposto che ci ha messo due anni e mezzo per rispondermi».

CHIASSO - Quando pensi che il lungo ritiro patente, gli esami delle urine e il test del capello siano solo un lontano ricordo, ecco che dopo oltre cinque anni arriva una fattura a rinfrescarti la memoria. È successo a un centinaio di persone che, a metà dicembre, hanno ricevuto una lettera dal medico del traffico.

Mancata riscossione dell'IVA - Il motivo della missiva è il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) dovuta per le prestazioni fornite dalla dottoressa Mariangela De Cesare. Un complemento di fattura che non era a suo tempo stato riscosso. «Effettivamente abbiamo dovuto provvedere a ricontattare tutte le persone che sono venute a fare una perizia negli ultimi tre mesi del 2016. E prossimamente dovremo fare la stessa cosa con tutti coloro che successivamente hanno usufruito di una prestazione di medicina del traffico presso di noi», conferma la dottoressa De Cesare. 

Nessun errore contabile - I motivi del ritardo non sono tuttavia da ricondurre a un errore contabile commesso dallo studio medico. La spiegazione è un’altra. «Quando ho iniziato l’attività mi sono rivolta a una società di consulenza finanziaria del Luganese (nome noto alla redazione), che si occupa fra le altre cose di supportare gli studi medici nella loro contabilità. Loro mi hanno assicurato di non dover pagare l’IVA all’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC), in quanto le mie prestazioni sono di origine medico-legale», ricorda il medico.

Una consulenza sbagliata - Questa società si era basata su quanto veniva fatto in alcuni altri centri medici svizzeri. Ricordiamo infatti che quello della dottoressa De Cesare era l’unico centro di medicina del traffico su suolo ticinese. E trattandosi di un’attività nuova, non c’era alcun “modello” da poter seguire. «Io sono medico, loro sono consulenti finanziari. Naturalmente mi sono fidata». Di conseguenza, nel 2016, 2017 e 2018 la dottoressa non si è mai preoccupata di riscuotere l’IVA da riversare nelle casse dell’AFC. Tuttavia, dal 2019, nei cantoni presi quali riferimento la regola è stata cambiata e tutte le perizie hanno dovuto essere sottoposte all’IVA. «Per questo motivo, volontariamente, con i miei consulenti abbiamo chiesto all’AFC di valutare il nostro dossier, in modo da sapere se anche noi dovevamo adeguarci e pagare l’IVA», ricostruisce la specialista di Chiasso.

Una risposta che tarda ad arrivare - Il tempo passa, ma tutto tace. Nonostante i ripetuti solleciti della dottoressa. Solo il 30 novembre 2021 arriva la decisione di tassazione dell’AFC: non solo l’IVA va pagata, ma va anche riscossa retroattivamente fino al giorno dell’apertura del centro medico (il 1. ottobre 2016). «Al di là del fatto che è inammissibile che ci abbiano messo due anni e mezzo, io quei soldi non li avevo mai chiesti ai pazienti», lamenta il medico. Che di conseguenza chiede lumi su come procedere. «La risposta che mi hanno dato è stata sostanzialmente un “problemi suoi”». È comunque un suo diritto richiederli ai suoi pazienti, anche a distanza di tempo. Cosa che in effetti avviene, con tutte le conseguenze che la dottoressa aveva già previsto: «Ho subito pensato: le persone mi massacreranno…». 

Pagamento entro 10 giorni - La dottoressa ha quindi deciso di fare causa alla società di consulenza: «Hanno fatto un lavoro che non era corretto». Ma nel frattempo ha dovuto attivarsi per saldare la prima parte del proprio debito con lo Stato, visto che secondo l'art. 42 della Legge sull'IVA «il diritto di tassazione si prescrive in cinque anni dalla fine del periodo fiscale in cui è sorto il credito fiscale». Per il periodo fiscale 2016 (il primo anno di attività) si prescriveva dunque il 31 dicembre 2021. Ecco spiegato anche il perché del termine di pagamento fissato a dieci giorni, anziché i canonici trenta.

Fatture non pagate e lettere infuocate - «Purtroppo tutto questo ritardo non è dovuto a me», giustifica nuovamente la dottoressa. Che se non avesse inviato i complementi di fattura avrebbe dovuto mettere i soldi di tasca sua, senza mai averli ricevuti. Ciò nonostante, almeno la metà delle buste inviate è stata rispedita al mittente: «Per portarci quelle rimandate indietro, il postino è arrivato con una cassetta». E ce n’erano pure delle altre, di buste. Lettere infuocate con frasi come "lei vuole rubare ancora soldi". «Io non ho mai rubato soldi a nessuno», conclude amareggiata la dottoressa De Cesare, finita più volte al centro dell’attenzione mediatica (vedi articoli correlati) e vittima di numerosi attacchi personali dall’inizio della sua attività. 

Antipatie, ma anche presunte disparità di trattamento rispetto all’altro Centro medico del traffico nel frattempo sorto da agosto 2019, di cui riferiremo in un secondo articolo.

L'atto parlamentare
Il deputato della Lega dei Ticinesi Massimiliano Robbiani ha presentato ieri un'interrogazione che ha quale oggetto proprio la riscossione con effetto retroattivo dell'IVA da parte del medico del traffico. Ecco le domande poste all'attenzione del Consiglio di Stato:

    • Allo stato attuale quante persone sono state oggetto del medico del traffico?
    • Quanto hanno pagato in media? (tabella anno per anno)
    • A quante persone è stato chiesto di pagare l’IVA con effetto retroattivo al 2016?
    • A quanto ammonta l’IVA non pagata e chiesta a “clienti” del medico del traffico?
    • Quanto dura in media l’iter presso il medico del traffico ?
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
CORRELATI
NOTIZIE PIÙ LETTE