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CANTONEIncertezza tanta, neve poca: sci e scarponi restano in negozio

13.01.22 - 06:01
Non bastava la pandemia a frenare gli appassionati degli sport invernali. Ci si è messa anche la meteo.
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Incertezza tanta, neve poca: sci e scarponi restano in negozio
Non bastava la pandemia a frenare gli appassionati degli sport invernali. Ci si è messa anche la meteo.
L’annullamento delle settimane bianche e le montagne che di bianco hanno poco o nulla stanno mettendo in difficoltà i negozianti. 

LUGANO - Prendiamo la pandemia, con le incertezze e le restrizioni che comporta (quarantene su tutte), aggiungiamoci la quasi totale mancanza di neve e le previsioni dei meteorologi secondo cui l’attesa per delle nevicate di rilievo è destinata a proseguire. Il risultato che si ottiene è un forte calo della richiesta di materiale per gli sport invernali: sci, snowboard, scarponi e quant’altro. 

«Effettivamente come numeri siamo a un livello inferiore rispetto agli scorsi anni», conferma il titolare di Balmelli Sport (Lugano). Il motivo principale, soprattutto per quanto riguarda il noleggio, è da ricercare nelle settimane bianche annullate dalle varie scuole, «ma anche l’assenza di neve in Ticino non ha certamente aiutato». E se divertirsi sulla neve - fra prezzo della giornaliera e della ristorazione - è sempre più caro, così non è per l’acquisto o il noleggio del materiale, le cui tariffe nel negozio di Lugano sono rimaste invariate. 

«Nonostante tutto la gente ha comunque voglia di andare a sciare, dove è possibile», commenta dal canto suo il responsabile di 3R Sport (Mendrisio). Anche lui ha osservato un calo negli affari rispetto agli anni passati: «Non lavoriamo come negli anni pre-covid. Ma c'era da aspettarselo e tutto sommato non ci lamentiamo». Pure qui però le scuole che hanno rinunciato alle settimane bianche gravano parecchio sul bilancio.

Avvicinandoci alle vette alpine il quadro non cambia. Anzi, si fa addirittura più fosco. «È un inverno decisamente negativo. L’anno scorso le condizioni di neve erano eccezionali e avevamo lavorato molto bene fino al lockdown, iniziato a metà gennaio e durato un mese e mezzo. Quest’anno abbiamo tirato in avanti fino a Natale, ma poi è stato un disastro», illustra il titolare di Grossi Sport (Bellinzona). Parole che, per quanto riguarda il mese di dicembre, si traducono in circa il 20% in meno di cifra d’affari.

Anche a Locarno la situazione non è delle migliori: «Sono tornata oggi al lavoro dopo un’assenza di tre mesi e non ho mai visto la città così vuota. Sono addirittura riuscita a trovare posteggio in centro», ironizza una collaboratrice di Belotti Sport. Una scarsità di (potenziali) clienti che si traduce anche qui in un volume di vendita e di noleggi inferiore rispetto al passato: «Abbiamo comunque lavorato, ma non come gli altri anni». Manca infatti la neve, ma non la passione per lo sport. E se sci e snowboard non si possono usare, la gente non se ne sta con le mani in mano: «In questo momento noleggiamo biciclette». 

In mezzo a tutte queste attrezzature che rimangono in magazzino vi è però qualcosa che nelle ultime stagioni è sempre più richiesto e che anche quest’anno sembra tenere, malgrado l’assenza di neve: le racchette. «Non c’è stato un boom marcato come la scorsa stagione, ma il trend è comunque positivo anche quest’anno», hanno confermato unanimi i nostri interlocutori.

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COMMENTI
 

Dalu 2 anni fa su tio
Ma dove cavolo è lo stato per questa gente??? Aprite i forzieri della BNS che le riserve servono proprio in caso di bisogno… ma in questo paese lo vediamo già con le casse malati a cosa servono le riserve..
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