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CANTONEIl mistero del vaccino donato all'anziana di passaggio

29.04.21 - 06:00
La donna residente nell'est Europa era stata obbligata a lasciare il Ticino, ma prima è stata vaccinata contro il Covid
AFP
Il mistero del vaccino donato all'anziana di passaggio
La donna residente nell'est Europa era stata obbligata a lasciare il Ticino, ma prima è stata vaccinata contro il Covid
L'aspro rimprovero del Servizio ricorsi del Consiglio di Stato: «Ha approfittato così di fatto di una dose altrimenti destinabile a un cittadino qui regolarmente residente». Ma qualcuno l'avrà convocata?

BELLINZONA - È quasi un piccolo segreto di Stato per il quale nessuno vuole dare spiegazioni. Nemmeno dietro garanzia di anonimato. Eppure sarebbe di un qualche interesse capire come una donna dell'est Europa che ha superato gli ottant'anni, senza permesso di residenza ma da svariati mesi nel Luganese ospite di un parente stretto, sia stata chiamata al centro vaccinale dalla sofisticata macchina che autorizza chi, dove, come e quando farsi vaccinare. 

Una falla, una disattenzione o un comprensibile gesto di galanteria umanitaria? L’ultima ipotesi sembra da escludersi visto che lo stesso Cantone questo “regalo” glielo ha poi rinfacciato per iscritto in una lettera, del 19 aprile scorso, con cui sollecita la signora a fare le valigie e tornare in patria. Scrive infatti il Servizio ricorsi del Consiglio di Stato nell’incarto intitolato “Diniego del permesso B”: «Prendiamo atto dello scritto del 2 aprile 2021 della signora in cui segnala di non aver ancora lasciato la Svizzera malgrado il volo di ritorno in patria fosse prenotato per il 20 marzo 2021. Prendiamo pure atto del fatto che si è tra l’altro sottoposta a vaccinazione COVID-19 nel nostro Paese benché sprovvista di qualsivoglia titolo di soggiorno, approfittando così di fatto di una dose di vaccino altrimenti destinabile ad un cittadino qui regolarmente residente». Insomma umanitari, forse, ma per sbaglio.

Impossibile scalfire il muro di gomma chiamato “privacy” e nemmeno la risposta fa chiarezza. «Per una questione di protezione dei dati personali - scrive il Servizio dell’informazione e della comunicazione del Consiglio di Stato - non possiamo entrare nel caso specifico. Tutte le persone "over 75" iscritte nel sistema informatico generalizzato dei dati anagrafici MOVPOP (banca dati che riunisce le informazioni personali registrate presso gli Uffici del Controllo Abitanti dei Comuni ticinesi) hanno ricevuto una lettera a firma del medico cantonale con l’invito alla vaccinazione e con la spiegazione delle modalità con cui procedere. All’entrata del Centro di vaccinazione vengono poi verificate le generalità e il diritto alla vaccinazione attraverso i documenti di identità e la tessera di cassa malati». Quindi? L'interrogativo resta e sulla vicenda non vuole «esprimersi in alcun modo» nemmeno l'avvocato che ha inoltrato ricorso contro il diniego di permesso B all'anziana signora. 

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