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CANTONETruffe Covid-19, oltre 50 casi

12.04.21 - 12:12
Il punto di Ministero pubblico e polizia cantonale sugli illeciti riguardanti i crediti Covid-19 e il lavoro ridotto.
Ti Press
Truffe Covid-19, oltre 50 casi
Il punto di Ministero pubblico e polizia cantonale sugli illeciti riguardanti i crediti Covid-19 e il lavoro ridotto.
Thomas Ferrari: «La criminalità ha sfruttato il momento di crisi per agire». Andrea Maria Balerna: «Lo Stato è la prima vittima, ma tutto il mercato perde di credibilità».

BELLINZONA - La pandemia è stata una manna per i criminali. Il confinamento imposto alla popolazione ha ad esempio fatto crescere i raggiri informatici. Ma non solo. Perché il Covid-19 ha fatto aumentare a dismisura anche la criminalità economico-finanziaria, come hanno spiegato oggi Ministero pubblico e Polizia cantonale in una conferenza stampa congiunta. La procura ticinese ha infatti aperto oltre 50 incarti per presunti illeciti legati alla concessione dei crediti Covid-19, per un totale di circa 10 milioni di franchi erogati. A questi vanno ad aggiungersi una trentina di segnalazioni per possibili abusi nell’ambito delle indennità per il lavoro ridotto. «La criminalità economico finanziaria è passata da uno scenario territoriale a quello virtuale e ha sfruttato, come già accaduto in passato, un momento di crisi per agire», precisa il Capo della Polizia Giudiziaria, Maggiore Thomas Ferrari. 

«Un cancro per la società» - «A lungo andare la criminalità economico finanziaria danneggia l'intero tessuto della società. È come un cancro», sottolinea il sostituto Procuratore generale nonché responsabile della Sezione reati economici e finanziari del Ministero pubblico, Andrea Maria Balerna. «Un mercato in cui c'è chi si approfitta del prossimo perde credibilità».

Stato prima vittima - Balerna ricorda come lo Stato sia la prima vittima di questi criminali. «Qui abbiamo persone che utilizzano delle risorse - siano essi legate ai Crediti Covid-19 o al lavoro ridotto - solo per arricchirsi». Il loro comportamento fraudolento arreca poi «un enorme danno» a chi ne ha effettivamente bisogno, togliendo loro risorse preziose che «non sono infinite».

Denunciare - Proprio perché questi reati provocano «danni sociali enormi», le autorità vogliono fare di tutto per contrastarli. Con una linea di difesa basata su più pilastri che comprendono la società civile, le autorità amministrative e il perseguimento penale. Per fare questo, però, ha bisogno di una mano anche dalla popolazione. «Le persone - precisa Thomas Ferrari - devono avere la consapevolezza di questo fenomeno, affrontarlo con spirito critico e denunciare».

Le misure Covid-19 - I criminali economici finanziari, durante la pandemia, sono stati attirati come api sul miele dai crediti Covid-19 messi a disposizione - tra il 26 marzo e il 31 luglio 2020 - dalla Confederazione per dare ossigeno alle aziende elvetiche in difficoltà. «I crediti dovevano arrivare rapidamente alle imprese - ricorda Balerna - e per questo motivo bastava un’autocertificazione per potervi accedere. Il punto debole di questo importantissimo meccanismo è quindi quello dei controlli». 

Recuperati circa 3 milioni su 10 - Poche verifiche, che hanno attirato anche molti criminali. Anche in Ticino. «Abbiamo l'apertura di oltre 50 procedimenti penali», spiega Balerna. «Le persone indagate sono oltre 90 e tredici di loro si trovano già in stato di carcerazione preventiva». Degli oltre 10 milioni di crediti percepiti illegalmente, solo il 30% è stato recuperato. Sotto la lente delle autorità – spiega ancora il magistrato – sono finite diverse tipologie di possibili infrazioni: si va dalle indicazioni false nella richiesta di credito all’utilizzo degli importi ricevuti per finalità estranee agli scopi delle misure di sostegno. «Altri casi - precisa Balerna - potrebbero emergere nei prossimi mesi o anni, quando il debitore non restituirà il credito ricevuto. Ma non parlerei di una punta dell’iceberg. I casi più eclatanti dovrebbero infatti già essere emersi».

Lavoro ridotto - Altra manna per questi reati è il lavoro ridotto, che è stato adattato dalla Confederazione durante la pandemia. «Anche in questo caso - sottolinea il sostituto procuratore generale - il numero delle richieste è esploso con il Covid-19 e il sistema di controllo è stato alleggerito. Gli importi erogati sono molto importanti, parliamo di oltre 60 milioni al mese». Sono già oltre trenta le segnalazioni giunte al Ministero Pubblico. «Alcune di loro sono già sfociate in interventi della polizia e della procura», sottolinea Thomas Ferrari. «Ci sono stati e alcuni di loro sono già verificati», conferma Andrea Maria Balerna, precisando che per alcune aziende medio-grandi l'importo illecito ammonta a «decine di migliaia di franchi».

L'ombra del crimine organizzato - Per quanto riguarda eventuali infiltrazioni di stampo mafioso, Balerna non ha riscontrato evidenze di un'accresciuta presenza di questo fenomeno durante la pandemia in Ticino. «Il ruolo dello Stato è fondamentale proprio per contenere questi fenomeni. Dove lo Stato è debole, queste organizzazioni si insinuano. Per evitare questo è ancora più importante bloccare l'evoluzione della criminalità finanziaria che mina proprio il potere dello Stato, a cui toglie delle risorse importanti».

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COMMENTI
 

dan007 2 anni fa su tio
Le società serie invece non hanno accesso a nessun vantaggio

pillola rossa 2 anni fa su tio
Le inutili misure anti covid ne sono l'origine

Ro 2 anni fa su tio
In dialet: “ quand i boo in fo da la stala, curic adre “ (Quando i buoi sono fuori dalla stalla corrigli dietro) C’è un altro detto: “ a chi piang bisogna tirag via, mia davanti. E chi rid bisogna davan “ A chi piange bisogna toglierne (soldini), a ride bisogna dargliene. E chissà quanti che la fan franca.
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