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NOVAGGIOCosa sta succedendo in questo giardino? Malori alle persone e animali malconci

20.04.21 - 06:00
La famiglia di Simone Roncoroni alle prese con un presunto avvelenamento da prodotti fitosanitari. Vicino sotto accusa.
Simone Roncoroni nel suo giardino.
Cosa sta succedendo in questo giardino? Malori alle persone e animali malconci
La famiglia di Simone Roncoroni alle prese con un presunto avvelenamento da prodotti fitosanitari. Vicino sotto accusa.
Intervengono anche gli esperti del Cantone. Sequestrate alcune sostanze. Le considerazioni di Nicola Solcà, capo dell’Ufficio della gestione dei rischi ambientali e del suolo.

NOVAGGIO - Galli e galline che presentano difficoltà respiratorie e neurologiche. Una coniglia che ha perso completamente il pelo, ha la pelle arrossata e rimane sterile. Il gatto che sarebbe morto di asfissia. Persone con gravi problemi respiratori, neurologici e ormonali. Il riale pieno di schiuma. Cronache dal giardino della famiglia di Simone Roncoroni a Novaggio. Confrontata con un presunto avvelenamento da prodotti fitosanitari forse causato dal vicino di casa. L’uomo userebbe prodotti chimici fuori norma per trattare le sue piante. «Questo incubo va avanti da anni – sostiene Roncoroni –. Ora siamo sotto avvocati e abbiamo fatto intervenire gli esperti del Cantone».

Problemi alla gola e sensazione di soffocamento – Gli specialisti del Dipartimento del territorio si sarebbero infatti recati sul posto, che si trova in zona agricola, a più riprese. Durante l’ultimo intervento avrebbero prelevato i prodotti usati dal vicino. Ma ancora non ci sarebbe un esito delle analisi. Un’ufficialità dunque non esiste al momento. «Tutto è iniziato attorno al 2017 – ricorda Roncoroni –. Avevamo problemi alla gola e avvertivamo sensazioni di soffocamento durante i trattamenti delle piante».

Sintomi che ritornano – A febbraio del 2018 la compagna di Roncoroni, che ha partorito da qualche tempo, inizia ad avere palpitazioni e costrizioni alla gola. Le diagnosticano una tiroidite post parto. «Sembrava tutto a posto. Ma nei mesi a seguire ogni volta che il vicino applicava trattamenti alle piante questi sintomi si rifacevano vivi».

Il gallo in fin di vita – Quella che può sembrare paranoia si trasforma in sospetto nell’estate del 2019. Il figlio della coppia mangia dei lamponi raccolti su una pianta confinante al terreno del vicino. Gli si arrossano gli occhi e le mucose. Per giorni starà male. «A primavera 2020, il nostro gallo con un occhio gonfio e rosso stramazza al suolo presentando disturbi neurologici e respiratori». In quel momento la famiglia si accorge che il vicino sta trattando le sue piante. «Nel frattempo io e la mia compagna riprendiamo ad avere problemi respiratori forti».

Vie respiratorie ostruite – Il vicino sembra non interessarsi e continua a sostenere di trattare le sue piante con prodotti nella norma. Una notte però l’intera famiglia ha di nuovo gravi problemi di salute. Intervengono due ambulanze. «Stavamo malissimo. Quasi da collassare, con dolori atroci. Andiamo dal medico e si accorge che abbiamo un'ostruzione grave alle vie respiratorie e disturbi neurologici. Simultaneamente la coniglia perde tutto il pelo».

Un prodotto troppo chimico – Dopo avere portato la coniglia dal veterinario, Roncoroni e la sua compagna scoprono che la tanica vista maneggiare dal vicino quel giorno, che riportava la scritta “karate 0,08% ”, conterrebbe una specie di "bomba chimica" dell'agricoltura. La cui concentrazione sarebbe tre volte superiore al limite consentito. «Si tratta di un prodotto estremamente tossico anche per le api e per l'ecosistema in generale. Questo è solo il primo prodotto fuori norma di una lunga serie scoperta tenendolo d’occhio durante i mesi successivi».

Materiale sotto esame – Medico e veterinario si mobilitano. Scoprono che non esisterebbe in Svizzera un laboratorio in grado di testare il principio attivo del "karate". Il Cantone, interpellato da Tio/20 Minuti, vista la procedura in corso non si esprime sul caso in questione. Nicola Solcà, capo dell’Ufficio della gestione dei rischi ambientali e del suolo, afferma che «In Svizzera si verificano centinaia di avvelenamenti all'anno con prodotti chimici, fitosanitari e non. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di episodi accidentali o involontari e coinvolgono nella maggior parte dei casi dei bambini, che non sono in grado di riconoscere la pericolosità dei prodotti. Può anche succedere che si usi un prodotto in maniera scorretta o in quantità eccessiva. La lista dei fitosanitari che possono essere impiegati è consultabile sul sito dell'Ufficio federale dell’agricoltura».

Si interviene su segnalazione – I servizi preposti all’esecuzione della legislazione in materia di prodotti chimici intervengono su segnalazione. «E non per forza il fatto che vengano sequestrati dei prodotti significa poi che si è di fronte a un avvelenamento». Ma è vero che per determinate sostanze non si hanno a disposizione laboratori adeguati? Solcà non nasconde le possibili difficoltà. «La ricerca di determinati principi attivi in diversi materiali può rappresentare un’analisi “non standardizzata”. Può risultare difficile trovare laboratori che offrano la prestazione. Questa situazione è legata a basi legali che, talvolta, fanno riferimento a parametri chimici generici piuttosto che alla moltitudine delle sostanze contenute nei prodotti che ci circondano».

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