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La guerra dei “piccoli” sulla via che porta al Natale-Covid

CANTONELa guerra dei “piccoli” sulla via che porta al Natale-Covid

07.12.20 - 08:37
Paura e preoccupazione tra i commercianti. Ecco come ci si ingegna per superare un dicembre da incubo.
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Uno dei tanti piccoli negozi ticinesi "in lotta".
Uno dei tanti piccoli negozi ticinesi "in lotta".
La guerra dei “piccoli” sulla via che porta al Natale-Covid
Paura e preoccupazione tra i commercianti. Ecco come ci si ingegna per superare un dicembre da incubo.
C’è anche chi invita apertamente la clientela a boicottare le grandi piattaforme online. Altri, invece, trovano soluzioni web “fatte in casa”.

LUGANO - I piccoli commercianti della Svizzera italiana tremano di fronte a un Natale anomalo, imprevisto. Il Covid-19 fa vacillare ogni certezza. E aggiunge panico a un ambiente che già non navigava in acque troppo tranquille nemmeno prima. «L’inquietudine per un nuovo ipotetico lockdown è devastante – sottolinea Rupen Nacaroglu, presidente della Società dei commercianti di Lugano –. Non c’è spensieratezza. Si teme anche che la gente abbia meno potere d’acquisto. La politica, in questi mesi, non ci ha dato grandi rassicurazioni». 

Il sorriso che non manca mai – E allora ci si aggrappa a quello che si può. A Tesserete, Barbara Tettamanti, titolare di una boutique di abbigliamento, punta tutto su una consulenza personalizzata, anche online. «Facciamo, inoltre, spedizione gratuita in tutta la Svizzera e consegna a domicilio in tutto il Luganese. Noto che la gente ha ancora voglia di venire in negozio, perché sa che qui può trovare un sorriso. Quello non mancherà mai».

La spesa su appuntamento – Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda Hsaskia Landrini-Cereghetti, una delle tre sorelle titolari di uno shop di Locarno. «Il nostro punto forte sta nelle scarpe personalizzate, nell’abbigliamento e negli accessori. Il cliente può venire in negozio e creare il suo stile. Ovviamente la paura che gli affari vadano storti c’è. Abbiamo introdotto la possibilità di avere consulenze private, su appuntamento. In modo che il cliente possa sentirsi al sicuro. È anche possibile ordinare dal nostro sito internet. Ci perdiamo, soprattutto perché le spedizioni sono a carico nostro». 

Quei logaritmi "anonimi" – Molti piccoli commercianti temono la concorrenza online di colossi come Zalando o Wish. Mauro Paolocci, storico libraio di Mendrisio, è tra chi ha invitato i propri clienti a boicottare le piattaforme online. «Venendo in loco, il cliente può trovare una scelta diversificata e attenta alla produzione del territorio, ma anche competenza e cordialità. Bisogna smettere di consegnarsi agli "anonimi" logaritmi dei siti web con sede all’estero. Viva la nostra quotidianità fatta di tante piccole, ricche realtà locali». 

Una mano al benessere del nostro Paese – «Acquistando presso le grandi piattaforme online – gli fa eco Claudia Pagliari, negoziante e presidente della Società dei commercianti di Bellinzona – si contribuisce a ingrandire aziende enormi che operano fuori dalla Svizzera. Non c'è alcun beneficio per noi. Acquistando presso i nostri negozi, invece, si dà una mano al benessere del nostro Paese». Poi lancia l'hashtag del momento. «#iosostengoilticino. Ora più che mai».

La necessità di offrire un’alternativa – Nacaroglu chiude con una nota polemica. «Mi sta bene lottare contro le grandi piattaforme. Però bisogna anche adattarsi ai tempi che cambiano. Non è possibile che oggi ci siano attività senza un sito web. Questo non significa dirottare la clientela sulla rete online. Ma semplicemente offrire un’alternativa. Anche i social possono essere importanti. Magari una persona vede qualcosa sul sito e poi va nel negozio per vederla di persona e toccarla con mano. Se Zalando implementa le applicazioni per provarsi i vestiti, un motivo ci sarà. D’accordo arrabbiarsi per il Covid e il commercio web, ma che non diventi una scusa per sedersi».  

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