Direttive applicate solo nel 42 per cento dei casi. Lo dice un sondaggio condotto dall'Mps
BELLINZONA - Telelavoro concesso solo in parte, e misure di prevenzione non sempre sufficienti. I dipendenti cantonali si lamentano del lavoro al tempo del Covid, e lo fanno tramite un sondaggio condotto dall'Mps negli scorsi giorni.
L'indagine ha suscitato qualche frizione tra il partito e il governo già prima di uscire. Al questionario inviato via mail dall'Mps hanno risposto 724 dipendenti su 4mila: il 18 per cento, un campione quindi non rappresentativo - ammettono i promotori - ma che restituisce «la voglia dei dipendenti cantonali di dire la propria e di essere ascoltati».
Le domande vertevano sulle misure anti-Covid applicate dal Cantone. L'80 per cento dei partecipanti all'indagine afferma di avere ricevuto una dotazione dal datore di lavoro, il 18 per cento di avere dovuto farne richiesta esplicita, e il 2 per cento di non avere ricevuto nessuna mascherina.
Qualche carenza è stata segnalata anche per quanto riguarda i divisori in plexiglas (assenti nel 13 per cento degli uffici) e della segnaletica per il distanziamento (nel 49 per cento). Ma le note più polemiche riguardano il telelavoro. La direttiva cantonale prevede 3 giorni di home-working per i dipendenti a tempo pieno, ma secondo il sondaggio verrebbe applicata solo nel 42 per cento dei casi. Per il 28 per cento è applicata in misura minore, mentre nel 22 per cento dei casi non è applicata.
Nel complesso, il 50 per cento dei partecipanti al sondaggio dichiara di non sentirsi sufficientemente tutelato dal punto di vista sanitario.