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MUZZANO«Così sono ripartita dopo essere arrivata a pesare 29 chili»

26.10.20 - 06:02
Apryl Franchini, 20 anni, ha sofferto di anoressia nervosa. Oggi aiuta chi è confrontato con disturbi alimentari.
Apryl Franchini
«Così sono ripartita dopo essere arrivata a pesare 29 chili»
Apryl Franchini, 20 anni, ha sofferto di anoressia nervosa. Oggi aiuta chi è confrontato con disturbi alimentari.
«Ero ossessionata dall’estetica – racconta –. Come tante altre ragazzine. Ora che sono guarita, non salgo più sulla bilancia, non mi interessa». Il pediatra: «Malattie subdole».

MUZZANO - Ha sofferto di anoressia nervosa, arrivando a pesare solo 29 chili. È stata ricoverata con la forza e ha rialzato la testa. A quattro anni di distanza da quell'incubo, Apryl Franchini, 20enne di Muzzano, aiuta sui social network chi vive lo stesso problema da lei stessa superato. «Più in generale do una mano a chi ha disturbi legati all’alimentazione».

Parliamo di anoressia nervosa. Le statistiche indicano un’incidenza di 8-9 casi per 100mila persone tra le donne, circa 1 su 100.000 tra gli uomini. 
«Le donne sono più soggette al giudizio. Sono più fragili. In generale i disturbi alimentari sono più diffusi tra le femmine. Spesso la società li interpreta come capricci. È l’aspetto più critico. All’inizio non vieni magari neanche presa sul serio».

Quando e come è cominciato il tuo calvario?
«Alla fine della quarta media ho iniziato a mangiare sempre meno. Piano piano non toccavo più niente. Sono arrivata a pesare poco più di 29 chili. Calcolate che ora peso tra i 50 e i 55 chili, è il mio peso normale. Ora che sono guarita, non mi peso neanche più, non salgo più su una bilancia, non mi interessa».

Dove stava il nocciolo del problema?
«Ero ossessionata dall’estetica. Vittima, come tante ragazzine, del mondo dell’immagine. I social mi stavano distruggendo. Lì devi sempre essere al top, si esalta la bellezza e basta. Così come accade nella pubblicità, dove in continuazione ti martellano sull’importanza di essere perfetti. Su una mente giovane questi messaggi possono essere devastanti». 

Parli “male” dei social. Ma rappresentano il luogo in cui ti racconti…
«Sono stata ospedalizzata con la forza, nel 2016. Devo ringraziare i miei genitori che hanno intuito che ero in pericolo. Adesso ho una consapevolezza che prima non avevo. Proprio nei social incrocio tante ragazze che stanno vivendo quello che ho passato io. Ho concluso il liceo e in parallelo ho seguito un corso online come coach olistica presso un importante istituto di New York. Ho capito che la mia missione nella vita è mettermi a disposizione di chi soffre come ho sofferto io».

Che messaggio ti senti di lanciare alle teenager di oggi?
«Non esiste un corpo perfetto. È inutile inseguire la perfezione. Il nostro corpo è unico e prezioso così come è. Basta con questa società competitiva, che non ci fa mai sentire “all’altezza”. A 16 anni ho trascorso tre mesi al Civico per recuperare peso, il mio cuore batteva pochissimo, ho rischiato di rovinarmi. E anche dopo non è stato facile. Il percorso è stato pieno di cedimenti. Sono andata da psicologi, da specialisti. Finché la mia mente non ha fatto click». 

Come ti senti ora?
«Non sono mai stata meglio. Ho imparato ad accettare le cose come arrivano, a non pretendere di avere il controllo su ogni singola cosa, ho anche imparato a muovere diversamente il mio corpo. La forza di volontà è determinante. Con la nostra mente possiamo fare tantissime cose positive e influenzare le nostre giornate».

Il medico: «Adolescenza periodo critico»

«Ci sembra che oggi questi problemi siano sempre più diffusi, in realtà la ricerca scientifica dimostra che negli ultimi 20-30 anni il numero di persone affette da disturbi alimentari è stabile». Parole di Valdo Pezzoli, primario di pediatria presso l’Istituto Pediatrico della Svizzera italiana (EOC).  Il medico aggiunge: «L’età di esordio, però, tende a essere sempre più bassa. Nella fascia di età inferiore ai 16 anni, i disturbi del comportamento alimentare, dall’anoressia alla bulimia, colpiscono il 3-4% della popolazione. I maschi sono 10 volte meno colpiti, una percentuale che comunque non va sottovalutata».

Le cause di un disturbo alimentare sono complesse, l’evoluzione verso un disturbo psichiatrico è pericolosa ma difficile da individuare. «Il controllo sull’alimentazione può diventare un mezzo per affrontare situazioni psicologiche di sofferenza. I disturbi alimentari nell’adolescenza hanno un forte impatto sull’individuo. L’adolescente è una persona in fase di crescita, di sviluppo, di cambiamenti. È dunque più condizionabile rispetto a un adulto “già formato”. Molti adolescenti non si sentono bene nel proprio corpo in evoluzione perché trovano, in qualche modo, qualcosa che non va».

Il disturbo alimentare si insinua in maniera subdola nelle varie personalità, molto spesso vi è un confronto con modelli di corpo idealizzati, che spesso sono legati alla magrezza. «I social stanno contribuendo in maniera decisiva nel radicare questa visione distorta. Dal profilo terapeutico tutti questi problemi sono difficili da curare. Prima vengono individuati, meglio è. Servono tempo e un approccio multidisciplinare».

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