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CANTONE / SVIZZERAQuando "la plastica" si vede nella pipì dei bambini

26.09.20 - 09:46
Trovate anche tracce di bisfenolo A, classifica come sostanza con effetti tossici
Deposit - foto d'archivio
Quando "la plastica" si vede nella pipì dei bambini
Trovate anche tracce di bisfenolo A, classifica come sostanza con effetti tossici

LOSANNA - Nella pipì di quasi la metà (47%) dei bambini analizzati sono presenti tracce di bisfenoli. È uno dei risultati emersi dallo studio (ancora in corso) condotto da un laboratorio specializzato in collaborazione con il Dipartimento di tossicologia e farmacologia dell’Università di Losanna, reso noto ieri sera a "Patti Chiari".

È stata presa in considerazione l'urina di 108 bimbi di età compresa tra i 6 mesi e i tre anni, provenienti da Vaud, Friburgo e anche Ticino.

Il 7% dei campioni analizzati presenta tracce di bisfenolo A, una sostanza chimica industriale usata prevalentemente nella fabbricazione di plastiche. I prodotti in policarbonato comprendono una varietà di beni di consumo comuni, quali stoviglie di plastica riutilizzabili, bottiglie per bevande, attrezzature sportive, CD e DVD. Il bisfenolo A è classificato nell’UE come sostanza con effetti tossici sulla capacità di riproduzione umana.

Nella pipì dei bimbi svizzeri sono state trovate anche tracce di ftalati, sostanze chimiche utilizzate soprattutto come plastificanti nel materiale plastico. Usate nella produzione di molti oggetti d'uso quotidiano come giocattoli, imballaggi, tubi, rivestimenti o oggetti d'arredamento, non sono però legati chimicamente nella plastica e possono quindi staccarsi facilmente, finendo negli alimenti, nell’acqua potabile, nell’aria o sulla pelle. «Nuocciono alla salute», «compromettono lo sviluppo» e «scombussolano il sistema ormonale», scrive l'UFSP sul suo sito. E i più esposti sono proprio i bambini che, mettendo in bocca i giocattoli. Da alcuni anni sono in vigore delle leggi che vietano o limitano l'uso di determinati ftalati, ma sono in effetti stati trovati nel corpo dei bimbi, come mostrato dalla Rsi.

Intervistato dalla Rsi, il direttore esecutivo dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche Bjorn Hansen ha ammesso le «lacune nel controllo delle sostanze chimiche pericolose». Nelle urine dei bimbi verranno cercati anche diversi pesticidi.

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