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CANTONEI medici ticinesi tornano all'attacco: «Vogliamo l'obbligo di mascherina»

04.08.20 - 17:45
Oltre cinquecento specialisti rinnovano l'appello dello scorso 1. luglio: «L'impennata di casi è inquietante»
Archivio Keystone
I medici ticinesi tornano all'attacco: «Vogliamo l'obbligo di mascherina»
Oltre cinquecento specialisti rinnovano l'appello dello scorso 1. luglio: «L'impennata di casi è inquietante»
Negli scorsi giorni l'Ufsp aveva chiesto ai Cantoni di valutare l'introduzione della misura

BELLINZONA - Negli ultimi quattro giorni in Svizzera sono stati registrati 316 nuovi casi accertati di coronavirus. «Un'impennata inquietante» secondo 519 medici ticinesi che rinnovano il loro appello al Consiglio di Stato: «L'obbligo d'indossare la mascherina nei luoghi chiusi non può più essere procrastinato».

Una richiesta, quella presentata dall'Ordine dei medici del Canton Ticino (OMCT), che fa seguito alla recente raccomandazione dell'Ufficio federale della sanità pubblica: negli scorsi giorni Berna ha infatti chiesto ai Cantoni di coordinare le misure a livello nazionale, e in particolare di valutare anche l'introduzione di un obbligo di mascherina nei luoghi chiusi.

Spazi chiusi e aperti - Per i 519 specialisti ticinesi che hanno firmato la lettera indirizzata alle autorità cantonali, l'obbligo dovrebbe interessare non soltanto i mezzi pubblici, ma anche grandi magazzini, bar, ristoranti e uffici. «Le mascherine - sottolineano - sono utili non per proteggere se stessi, ma per proteggere gli altri dalle proprie goccioline e, se tutti le indossano, l'effetto è di avere meno goccioline nell'aria e quindi meno possibilità di trasmissione del virus. Questo è soprattutto importante per le persone asintomatiche, che tuttavia sono infette e potenzialmente infettive».

Per quanto riguarda invece gli spazi aperti, i medici ricordano che le mascherine non sono necessarie «se si mantengono le distanze di sicurezza, se si fa sport in solitaria o se si passeggia con il cane». Sono invece necessarie «se si sosta con persone a parlare a distanza ravvicinata per più di quindici minuti».

Le mascherine chirurgiche «sono sufficienti» - Nel loro scritto, gli specialisti fanno anche chiarezza sulla differenza tra mascherine chirurgiche e quelle Ffp2: le prime «sono più che sufficienti». Secondo i medici «la popolazione non deve in alcun modo indossare le mascherine con filtro in entrata ma non in uscita, perché possono essere addirittura pericolose, proprio perché non bloccano il flusso delle goccioline in uscita» si legge nella lettera.

La lettera, che rinnova un appello analogo lanciato sempre dall'Ordine dei medici lo scorso 1. luglio, è stato sottoscritta da 519 specialisti. I primi tre firmatari sono Franco Denti (presidente dell'OMCT), Mattia Lepori (vicecapo Area medica dell'Ente ospedaliero cantonale) e Christian Garzoni (direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco).

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