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CANTONE«Siamo in ginocchio. Con perdite che sfiorano il 100%»

22.06.20 - 22:39
Il Ticino si accende per salvare eventi e cultura con l'iniziativa "Night of Light"
Ti Press
Il Lac di Lugano illuminato di rosso
Il Lac di Lugano illuminato di rosso
«Siamo in ginocchio. Con perdite che sfiorano il 100%»
Il Ticino si accende per salvare eventi e cultura con l'iniziativa "Night of Light"
Lo scopo? «Avviare una discussione con la politica su come si possa salvare da una massiccia ondata di insolvenze il settore»

LUGANO - «Il nostro settore? Siamo in ginocchio. Si presume una perdita dall'80 al 100% nei mesi da marzo ad agosto, se non addirittura fino ad ottobre. Noi? Abbiamo ricevuto il 96% di cancellazioni e prevediamo di non ripartire davvero prima del prossimo anno». Il bilancio di Michele Alvarez, titolare della Emme SA di Bioggio (che si occupa di tecnologia per eventi), è quello di tutti gli operatori del settore. Il covid ha messo in crisi una macchina da 70 miliardi di franchi l'anno che, con 71 mila imprese, dà lavoro a 265 mila dipendenti.

Riflettori per riflettere - Come richiamare, dunque, l’attenzione sulla drammatica situazione del settore eventi e cultura in Svizzera? È nata così la "Night of Light", azione su larga scala che si svolgerà stasera, contemporaneamente, in tutta la Svizzera. In occasione di questo evento, tutti i partecipanti all’azione realizzeranno insieme e in contemporanea un enorme monumento di luce. A tale scopo, in tutte le regioni della Svizzera in cui queste imprese hanno sede, questa sera tra le 22 e le 24 verranno illuminati di luce rossa location di eventi, siti per spettacoli, e anche edifici e strutture appositamente scelti.

Un Ticino acceso di rosso - In Ticino prenderanno "vita" ad esempio Villa Ciani, la chiesa degli Angioli, il LAC, piazza Manzoni... «E poi ancora la Emme SA, Eventmore, Event Designer, Luminaudio, il Teatro del Gatto di Locarno, la CR Sound Evolution Event sagl, il Teatro Sociale di Bellinzona, e Andy Sound and Light, che si occuperà della Piazza Collegiata», spiega ancora Alvarez. «Occorre dare un segnale... A livello mondiale ci saranno circa 10 mila edifici illuminati, mille solo in Svizzera».

L'obiettivo: «Avviare una discussione con la politica, nel contesto di un dialogo settoriale, su come si possa salvare da una massiccia ondata di insolvenze l’eterogeneo settore degli eventi e della cultura, che vale miliardi, e su come sia possibile assicurare il mantenimento di migliaia di posti di lavoro in tutta la Svizzera. Questo è un settore complesso, che combina molte professioni diverse e discipline speciali. Per questo motivo, non può contare nel suo complesso su una lobby centrale».

«Siamo i primi ad essere stati fermati e saremo gli ultimi a ripartire», conclude il manager ticinese. E questo nonostante si riapra agli eventi fino a 1000 persone. «La verità è che gli appuntamenti principali ticinesi sono già stati annullati e posticipati al prossimo anno. E da qui a pochi mesi non sarà possibile organizzare nulla. Noi, azienda con 40 dipendenti, abbiamo dovuto fare ricorso al lavoro ridotto. Speriamo che questi venga mantenuto il più a lungo possibile e che arrivi qualcosa d'altro oltre al credito covid, che oltretutto dovremo restituire». 

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