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Attualità"Io vittima di un processo politicizzato"

09.06.20 - 15:09
Dopo la condanna, la titolare di 'Lex et Iustitia' fa ricorso e accusa una Giustizia influenzata da pressioni politiche
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"Io vittima di un processo politicizzato"
Dopo la condanna, la titolare di 'Lex et Iustitia' fa ricorso e accusa una Giustizia influenzata da pressioni politiche

Nonostante il giudice della Pretura penale Siro Quadri l'abbia condannata a una pena pecuniaria, sospesa condizionalmente per un periodo di prova di due anni, e a una multa di 400 franchi, la titolare dello studio ’Lex e Iustitia’, con sede a Cadenazzo, ritenuta colpevole di esercizio abusivo della professione di avvocato e di violazione della Legge federale contro la concorrenza sleale, ha deciso di opporsi alla sentenza e con una lettera inviata alla redazione ha espero i suoi motivi. Pubblichiamo qui per esteso le sue spiegazioni: 

È evidente che, attraverso il processo politico e il condizionamento mediatico, si sta cercando in maniera eclatante di eliminare Lex et Iustitia dal mercato del lavoro, danneggiandola gravemente nella reputazione e nel prestigio, diffondendo solo notizie false e disonorevoli dinanzi l'opinione pubblica. Ciò per mascherare l'intenzione di condannare una determinata persona particolarmente scomoda al potere stabilito, rendendo in malafede e dolosamente, un’attività a tutti gli effetti legale sana e genuina, in un’attività illegale.

Ritengo di essere oggetto di indebite pressioni esterne di gruppi di interesse e politiche che hanno cercato di influenzare la magistratura attraverso le proprie ideologie discriminatorie, di un processo politicizzato dibattuto sui mezzi di comunicazione senza le garanzie minime di rispetto della dignità umana e del giusto processo, non conforme peraltro ai più basilari principi dei diritti processuali e costituzionali che dovrebbero essere garantiti.

Non mi capacito ancora ad oggi questo perseverante accanimento per inconsistenti motivi nei confronti della mia umile impresa e diversamente, invece, quando vengono sollevate accuse ben più reali e rilevanti nei confronti di enti di potere e noti personaggi, laddove vi è una verità grave e clamorosa, vengono per automatismo tutte archiviate.

Sulla base di ciò, considero di essere stata oggetto di un ingiusto processo, a maggior ragione per cui vi è stato un libero apprezzamento delle prove, tanto che in questa procedura non sono state nemmeno assunte le prove richieste che altrimenti avrebbero portato il medesimo Giudicante ad un diverso convincimento, in modo da dirigere le accuse verso i reali responsabili, senza considerare la mera ed errata interpretazione soggettiva che è stata tratta in dispregio ai reali fatti occorsi. Il risultato finale era prevedibile, essendone già stato scritto il verdetto con una condanna morale di colpevolezza.

A parte alcune falsità contenute nel medesimo procedimento che comunque saranno oggetto di contestazione in sede di appello, ritengo che non si può fondare un accusa solo su una libera interpretazione degli eventi e più precisamente su ciò che gli altri, vuoi per antagonismo vuoi per acredine, liberamente interpretano e ignorano. Tuttavia, è bene chiarire che un’accusa deve essere concreta e deve fondarsi su ciò che effettivamente la persona ha commesso senza lasciarsi andare a mere traduzioni arbitrarie e/o di interesse.

Tutte le attività espletate dalla Lex et Iustitia hanno sempre rispettato i modi e le forme previste dalla legge, stesse attività che vengono espletate anche da altri soggetti presenti nel territorio che invece rappresentano i propri clienti senza alcun titolo di studio e che diversamente da me, a quest'ultimi, non viene contestato alcunché, anzi, continuano liberamente ad esercitare la loro attività non conforme alle prescritte leggi, con il consenso di enti, autorità ed istituzioni, realizzando inevitabilmente in tal caso eclatanti differenze di genere.

Ritengo di non aver usufruito di un processo indipendente e imparziale e che il mio processo sia stato sfruttato politicamente al fine di propaganda e di spettacolo, principalmente teso a influenzare la magistratura e l’opinione pubblica e a soddisfare gli interessi di determinati gruppi di potere. Per tale motivo, la sentenza sarà oggetto di appello.

Come molte persone, che oltretutto studiano e professano come me nel medesimo ambito, credo nella Giustizia. Credo anche nella Verità. Nel buon governo. Nella buona amministrazione e via discorrendo. Credere nella Verità non significa credere a tutto ciò che scrivono i giornalisti o interpretare i fatti solo nel modo più conveniente per perseguire determinati fini. Tanto è vero che in genere le due cose si escludono a vicenda. Credere nel buon governo non ci impedisce di criticare l’azione dei governanti, anzi, lo rende necessario per pungolarli verso l’ideale.

La politica è un bene inestimabile per una comunità democratica, quando dà cattiva testimonianza attraverso il suo operato, oltre a colpire la sacra libertà ed inviolabilità di una persona onesta, è un colpo di maglio per la credibilità di un sistema sano e genuino e della stessa Democrazia!

Ad ogni modo ringrazio tutti, buoni e cattivi, perchè queste vicende sono si esperienze laceranti e drammatiche, ma dovrebbero spingerci a considerare che sono letali per il popolo e il senso di giustizia presenti in un territorio, motivo per cui sarò sempre e comunque fiera in quello che faccio e continuerò a fare nei confronti di persone bisognevoli a salvaguardia dei diritti umani!

 

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