La Federazione docenti ticinesi condivide la preoccupazione di genitori e insegnanti ma spinge per la riapertura
BELLINZONA - Sul tema della riapertura delle scuole arriva, quasi in calcio d'angolo, giunge anche il comitato della Federazione docenti ticinesi. E pur condividendo «le preoccupazioni di genitori, allievi e insegnanti», sottolinea come ritenga «importante che la scuola riapra e dia il proprio contributo ad una società che cerca, tra mille vincoli e difficoltà, di tornare a camminare insieme».
Insomma, anche se per poche lezioni a settimana, per il comitato docenti questa riapertura «restituisce a bambini e ragazzi il senso profondo della scuola – fatta di condivisione, di presenza, di scambio - e consente ai docenti di riappropriarsi del proprio ruolo, che è certo quello di trasmettere conoscenze e favorire lo sviluppo di competenze, ma anche accompagnare i giovani e sostenerli nella loro crescita umana, oltre che culturale».
Per la federazione, insomma, l’emergenza sanitaria «paradossalmente» offrirebbe agli insegnanti «l’occasione rara di offrire agli allievi l’opportunità di comprendere l’essenza della scuola - e della vita - in modo assai più profondo di quanto abbiano fatto ai tempi della “normalità”».
Nonostante vengano comprese le riserve avanzate da molti docenti e genitori, si ritiene che «le diverse sedi scolastiche abbiano la possibilità di organizzare queste settimane che ci separano dalla fine ufficiale dell’anno scolastico in maniera da rispettare le regole sanitarie (avendo a disposizione tutto l’occorrente) e verificare sul campo quello che – si spera in maniera meno invasiva – sarà replicato da settembre».
«Negli ultimi anni - conclude la federazione - i docenti hanno dovuto spesso fare i conti con una società che non comprendeva le loro ragioni e con una classe politica che non ha certo fatto sconti nel criticare le loro posizioni. La risposta degli insegnanti nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria è stata esemplare: la stragrande maggioranza di loro si è attivata in modo encomiabile ed efficiente per elaborare strategie che consentissero di mantenere viva la scuola. Ora, a nostro avviso, è il momento di continuare con un approccio costruttivo, evitando sterili polemiche e mostrando ad allievi e famiglie quanto la scuola ticinese possa essere luogo di accoglienza e competenza».