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CANTONE / SVIZZERA«In Ticino solo un caso su otto verrebbe rilevato»

14.04.20 - 10:53
Si tratta del dato peggiore tra i cantoni presi in esame.
Keystone
Fonte 24 heures - Titus Plattner e Sven Cornehls
«In Ticino solo un caso su otto verrebbe rilevato»
Si tratta del dato peggiore tra i cantoni presi in esame.
In Svizzera i casi totali dovrebbero essere circa 125'000, vale a dire cinque volte più di quanto sappiamo.

LUGANO - I dati ufficiali (aggiornamento a lunedì alle 8) parlano di 25'580 persone in Svizzera risultate positive al coronavirus. Ma in realtà sarebbero cinque volte di più quelle che l'hanno realmente contratto, superando le 125'000 unità. Sono le conclusioni a cui è giunto uno studio pubblicato da undici ricercatori della London School of Hygiene and Tropical Medicine. Il metodo degli epidemiologi britannici ipotizza un modello in cui vengono presi in esame la serie temporale dei casi individuati dai tamponi e il numero di decessi. 

Appoggiandosi a Timothy Russell, principale autore dello studio e ricercatore del Centro di modellizzazione matematica delle malattie infettive, due giornalisti di 24 heures hanno applicato il modello ai cantoni, Ticino compreso, per riuscire a giungere a delle cifre affidabili. 

Uno su otto in Ticino - È emerso che nel canton Vaud solo un caso su cinque verrebbe rilevato con i tamponi, mentre a Ginevra il rapporto è uno su quattro. In Vallese la percentuale cala al 18%, mentre per Jura, Neuchâtel e Friborgo (che sono stati raggruppati) la percentuale raggiunge il 15%. A Zurigo sarebbero stati rilevati 4 casi su 10. Ma il dato più eclatante riguarda proprio il Ticino: per ogni contagiato "testato", ce ne sarebbero altri sette che non vengono individuati. 

Non si può testare tutti - Quel che emerge è che i cantoni più colpiti dall'epidemia hanno tassi di rilevazione più bassi. E non bisogna dimenticare che dal 15 marzo l'UFSP ha raccomandato di effettuare i tamponi solo sulle persone facenti parte di categorie a rischio, data la penuria di materiale. 

Cambia la responsabilità - Ma, evidenziano i ricercatori, la mancata individuazione di contagiati potrebbe aver avuto un effetto dannoso sulla diffusione del virus. Proprio perché chi sa di aver contratto il Covid-19 è più portato a rispettare il periodo di autoisolamento rispetto a chi "sospetta" di essere malato.

Immunità di gregge - Stabilire la percentuale esatta di persone che hanno contratto il coronavirus sarebbe utile soprattutto per la cosiddetta "immunità di gregge". Si tratta del fenomeno per cui, quando la maggior parte della popolazione è immune nei confronti di una malattia (perché l’ha contratta o, meglio, è stata vaccinata), si possono considerare al sicuro anche le persone non vaccinate o ancora suscettibili. Solo allora diminuirebbero i rischi, anche allentando le misure d'igiene e di distanziamento sociale.

E, secondo i ricercatori, almeno il 70-80% della popolazione dovrebbe essere considerata immune al Covid-19 per raggiungere quella "di gregge". Un numero di persone che non si raggiungerebbe neppure considerando - come rileva lo studio britannico - che per ogni contagiato "testato" (attualmente sono 2'912), ce ne sono altri sette che non sono stati individuati. Secondo queste percentuali, potrebbero essere oltre 23'000 i ticinesi che hanno contratto il virus, mentre la popolazione supera le 350'000 unità (6,6%).

I risultati non sono definitivi - A causa dell'urgenza dovuta allo stato eccezionale dell'epidemia, numerosi studi scientifici sono stati pubblicati prima di una peer review, vale a dire una revisione effettuata da altri esperti, come nel caso di questo studio. Tuttavia la London School of Hygiene and Tropical Medicine può vantare tra gli epidemiologi più accreditati del mondo. 

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