Cerca e trova immobili
Il Covid-19 sbarca in Africa, è allarme: la testimonianza del ticinese Fabio Stefanini

LOCARNOIl Covid-19 sbarca in Africa, è allarme: la testimonianza del ticinese Fabio Stefanini

31.03.20 - 06:01
Grande preoccupazione da parte del presidente di Amici del Kenya: «Il problema sono le strutture sanitarie»
Amici del Kenya
Fabio Stefanini con il suo braccio destro Lolo Hassan.
Fabio Stefanini con il suo braccio destro Lolo Hassan.
Il Covid-19 sbarca in Africa, è allarme: la testimonianza del ticinese Fabio Stefanini
Grande preoccupazione da parte del presidente di Amici del Kenya: «Il problema sono le strutture sanitarie»
E intanto dalla Svizzera alcuni padrini e alcune madrine “abbandonano” i loro bimbi adottati a distanza: «Non ci posso credere».

Povera Africa. Il nuovo coronavirus ha attaccato anche il Continente Nero. Da Watamu, località turistica in cui opera l’associazione umanitaria Amici del Kenya, coordinata da ben 14 anni dal locarnese Fabio Stefanini, arrivano segnali inquietanti. «A Watamu – sottolinea Stefanini – si è iniziato a parlare di coronavirus più o meno contemporaneamente all’Europa. Alcuni, anche se in pochi, hanno la televisione e internet. E quindi le notizie, anche se un po’ confuse, arrivavano. Inizialmente tutti l’hanno preso un po’ sottogamba, come del resto è accaduto altrove». 

Il primo caso a Nairobi – E invece no. Il Covid-19 non è quella semplice influenza, un po’ più forte delle altre. È una malattia che sta mettendo in ginocchio la sanità e l’economia mondiali. «Il problema del Kenya sono le strutture sanitarie. Chi fa i tamponi? Chi fa le analisi? A un certo punto, qualche settimana fa, a Nairobi è arrivato il primo caso. A causa di una ragazza che proveniva dall’estero. Con le conseguenti prime misure di sicurezza. Piano piano tutto è precipitato».

Disastro – Il presente è fatto di un’escalation che potrebbe creare gravi scompensi sia a Watamu, sia allo stesso Kenya. Iniziano a girare disinfettante e mascherine. «È un disastro. Siamo chiusi nelle nostre case. Non sappiamo cosa ci aspetta», racconta Carlos, padre di due figli.

Tutti i progetti – Stefanini si lascia andare a uno sfogo personale. «La nostra associazione sul posto garantisce la frequenza a scuola (al momento chiusa proprio per l’emergenza), con pasto e trasporto compresi, a circa 500 bambini. Non solo. Ha creato diversi posti di lavoro per la gente locale. Ad esempio, nell’ambito dei trasporti, con appositi tuk-tuk. In quello della pulizia delle spiagge, con un team che si dedica a mantenere pulite le spiagge per i turisti. E nel ramo della ristorazione, con il ristorante Makuti».

Lo sfogo – Ristorante costretto momentaneamente a chiudere. La clientela è calata. Ci sono state delle restrizioni. Ordini dall'alto. «Il nostro personale, composto da 14 dipendenti, al momento è senza lavoro, anche se noi continuiamo a seguirlo, pur non potendo garantire a queste persone un vero salario attualmente. Non è il momento di mollare. Purtroppo alcuni padrini e alcune madrine dalla Svizzera hanno deciso di abbandonare il “loro” bambino. È triste. Pagavano 30 franchi al mese. Ma ci dicono che in tempi di crisi anche 30 franchi possono pesare. Stiamo parlando di svizzeri. Non posso credere che 99 centesimi al giorno possano influire così tanto sulla quotidianità di un ticinese medio».  

Il braccio destro –
La parola passa poi a Lolo Hassan, braccio destro di Stefanini. «Per avere farmaci validi devi andare fino a Nairobi. Noi siamo a 700 chilometri da Nairobi. È un’impresa arrivarci. Sui mezzi di trasporto non si può più andare in tanti come prima. Ci sono limitazioni. La vedo dura. Mi chiedo se il Governo ci aiuterà. Le città di Timboni e Watamu sono deserte. Gira solo il veicolo dell’esercito (come si vede nel video allegato) che col megafono spiega cosa bisogna fare».

Le case che non ci sono – Stefanini è preoccupato. «Quello che sto dicendo sul Kenya lo possiamo estendere a tanti altri Stati dell’Africa. Anzi dell’Afrika, con la “kappa”. Quella in cui non puoi neanche dire “#restoacasa” perché una vera casa la gente non ce l’ha. Quella in cui si vive in rudimentali casupole di legno. Anche in Tanzania, tanto per fare un esempio, la situazione non è delle migliori. Continueremo nel nostro piccolo a lottare. Amici del Kenya non abbandonerà questa gente».

 Allarme (anche) in tutto il sud del mondo

È allarme (anche) nei Paesi del sud del mondo. Già negli scorsi giorni, Rebecca Moeti, direttrice regionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva diramato dati preoccupanti: in Africa in una quarantina di nazioni è già presente il Covid-19, e si registrano circa 300 nuovi casi al giorno. Il Sudafrica da giovedì ha bloccato tutto per tre settimane. Frontiere chiuse in Ruanda e nel Sudan del Sud. Emergenza anche in Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal, Burkina Faso, Mali. Drammatica la situazione del Congo, che aveva appena superato un’epidemia di ebola. Nel Continente Nero, che conta complessivamente oltre un miliardo di abitanti, ci si prepara al peggio. La rivista Lancet, in un suo editoriale, parla anche di un’ondata di contagi in vista nel Sudamerica. L'OMS ha lanciato il programma di finanziamento Covid-19 Solidarity Response, che ha raccolto oltre 70 milioni di dollari. 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE