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CANTONE«La Posta non arriva in ritardo... sul Covid-19»

27.03.20 - 12:30
Sistema Yo-Yo, plexiglass e bande al suolo. Le misure adottate e le critiche su disinfettante e guanti
Tipress
«La Posta non arriva in ritardo... sul Covid-19»
Sistema Yo-Yo, plexiglass e bande al suolo. Le misure adottate e le critiche su disinfettante e guanti
Il portavoce Marco Scossa: «Fortunatamente abbiamo avuto pochi casi di quarantena e tutti con prognosi positiva. La clientela agli sportelli è calata del 40%»

LUGANO - È come una danza. Il cliente avanza e deposita il pacco o l’invio. La persona allo sportello indietreggia ristabilendo la distanza. L’hanno chiamato “Yo-yo” ed è uno degli accorgimenti escogitati dalla Posta per diminuire il rischio di contagio. Un balletto che in altri tempi avrebbe fatto sorridere, ma che oggi è maledettamente serio.

L’accusa di Pronzini - Misure nuove. Ma anche presunti ritardi, contro cui ha puntato il dito Matteo Pronzini dell’Mps che ha segnalato al Governo, al medico cantonale e al comandante Matteo Cocchi il fatto che «la Posta insiste nel non rispettare le norme sanitarie nei propri uffici postali». Il deputato si rifà a una direttiva interna, inviata il 26 marzo, dove si legge che “dalla prossima settimana saranno consegnati guanti, detergente e carta per fare la pulizia. Fino ad allora ogni filiale può acquistare prodotti di pulizia autonomamente e conteggiarli come spese...».

Bande e plexiglass - A spiegare come l’emergenza coronavirus viene gestita dal Gigante giallo è lo stesso portavoce Marco Scossa: «Siamo convinti di avere fatto tutto da subito e in funzione delle direttive emanate sia dalle autorità federale che cantonali». In concreto, continua «sono state posate delle bande indicatrici al suolo in tutte le filiali per garantire il rispetto della distanza; in più, allo sportello, è stato adottato il sistema “Yo-yo”; sono stati inoltre posati dei vetri separatori in plexiglass nelle 17 filiali di nuova concezione. Ma anche presso i partner».

Nuove misure in vista - Il problema non si pone negli uffici di vecchia concezione, dove il vetro è presente. Ad oggi in Ticino le filiali aperte gestite in proprio dalla Posta sono 87, mentre di quelle in partenariato su 61 ne sono rimaste aperte 27. «In tutte è stato fatto il necessario. Naturalmente intensificheremo ulteriormente le misure ed è questo il senso delle informazioni che mandiamo giornalmente ai nostri collaboratori. Quella nota interna era anche un memo».

Disinfettante e guanti - La critica di Pronzini è però incentrata sulla dotazione di prodotti disinfettanti e di protezione: «Probabilmente si rifà alla situazione dei supermercati - osserva Scossa - che hanno però l’enorme vantaggio di avere dei contatti con i fornitori. Per loro procurarsi materiale disinfettante è molto più semplice. La Posta acquista sul mercato e si trova confrontata con la grande difficoltà di reperire determinati articoli che oggi scarseggiano».

Poche quarantene - Rispetto ai supermercati, il portavoce fa un altro distinguo: «Nei nostri uffici la clientela si comporta diversamente. Abbiamo infatti tolto tutti gli articoli estranei al servizio di base. Da noi il cliente non circola liberamente, ma entra, rispetta la distanza, svolge l’operazione ed esce». Di fatto entra sempre meno: «In media la clientela è diminuita del 40%. Per questo non è escluso che sul medio periodo adatteremo gli orari di apertura». Ultima domanda, in Ticino avete avuto collaboratori contagiati dal Covid-19? «Abbiamo fortunatamente pochi casi, tutti con prognosi positiva, di dipendenti in quarantena a casa. Si tratta di casi in cui un parente è risultato positivo». 

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