L'appello in una lettera indirizzata al Consiglio di Stato: «Annullato il 100% delle commesse»
BELLINZONA - Concerti, spettacoli teatrali, congressi… e chi più ne ha, più ne metta. Il Ticino è una terra di eventi. O meglio, lo era fino a pochi giorni fa. Poi la crescente diffusione anche alle nostre latitudini del nuovo coronavirus ha costretto le autorità sanitarie ad adottare indispensabili provvedimenti. Tra queste lo stop a tutte le manifestazioni pubbliche e private con più di 150 persone.
Una situazione, questa, che sta portando all’annullamento di quasi tutti gli eventi. E che sta mettendo in seria difficoltà le aziende ticinesi attive nel settore. Aziende che per i mesi di marzo e aprile si vedono confrontati «con la repentina cancellazione del 100% delle commesse», come si legge in una richiesta d’aiuto che Eventopolis SA di Lugano, Emme SA di Bioggio ed Eventmore SA di Castione indirizzano al Governo ticinese. «Purtroppo questa situazione è destinata a protrarsi a lungo e la preoccupazione in termini di sopravvivenza aziendale è tanta».
Le tre aziende - che riguardano una realtà con 89 posti di lavoro - hanno già intrapreso diverse misure per contenere la crisi, come fanno sapere nello scritto al Consiglio di Stato. Tra queste si contano il blocco delle assunzioni per la stagione estiva e il lavoro ridotto. Ma per poter affrontare le previste difficoltà, sottopongono una serie di richieste al Cantone. Si parla di «aiuti speciali» a sostegno del settore eventi, congressi e spettacoli che «ha la sua importanza nell’economia e la socialità».
Alle autorità cantonali viene chiesto di attivarsi affinché il diritto all’indennità per il lavoro ridotto sia esteso «anche a persone con un contratto a tempo determinato e gli apprendisti», come pure ai titolari e quadri superiori «se attivi in prima persona nella gestione aziendale e con un’occupazione pari al 100%». Si propone poi - per citare solo alcune richieste - di esonerare le aziende dalle tasse di circolazione e da quelle sui rifiuti, dall’IVA.