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CANTONEAir Italy, in Ticino le agenzie «sommerse di chiamate»

13.02.20 - 13:02
La compagnia aerea italiana ha chiuso improvvisamente i battenti. Decine di viaggiatori a piedi
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Air Italy, in Ticino le agenzie «sommerse di chiamate»
La compagnia aerea italiana ha chiuso improvvisamente i battenti. Decine di viaggiatori a piedi

LUGANO - Brutte notizie per i vacanzieri ticinesi. Poche ore dopo il licenziamento collettivo a Lugano Airport, è toccato alla compagnia italiana Air Italy chiudere i battenti. Il vettore, nato sulle ceneri della Meridiana, martedì ha annunciato improvvisamente il fallimento. 

La notizia ha generato il panico a Malpensa, hub principale della compagnia (che nello scalo varesino aveva un migliaio di dipendenti). E l'onda d'urto è arrivata rapidamente in Ticino. I telefoni delle agenzie di viaggi sono bollenti.

«È stato un fulmine a ciel sereno, fino a lunedì ricevevamo promozioni per San Valentino» commenta Giovanna Vicini della Ulisse Viaggi di Lugano. «Siamo stati contattati da diversi clienti ticinesi che avevano prenotato un volo con questo vettore, e stiamo cercando di trovare soluzioni alternative». 

In gergo si dice "riproteggere" i clienti. Ma fornire un volo di rimpiazzo, nella stessa data e per la stessa destinazione, non sempre è facile. «Anche perché parliamo di una compagnia che serviva diverse mete, non tutte copertissime» continua Vicini. 

In tempo di pianificazione delle vacanze estive, sono decine i ticinesi che rischiano di dover riprogrammare i loro viaggi. Se non cancellarli. «Cerchiamo in tutti i modi di non lasciare il cliente in braghe di tela» assicura Miriam Vitiello dell'agenzia Immagini dal Mondo di Chiasso. «Da giorni stiamo lavorando a più non posso. Il problema riguarda molti clienti in Ticino, perché la compagnia era molto competitiva e comoda».

Una comodità effimera, venuta meno dopo appena due anni. E ora, senza l'aeroporto di Lugano, la brutta notizia rischia di pesare ancora di più. 

Nel frattempo Ryanair ha smentito di avere interesse ad acquistare Air Italy. «Se l'azionista principale non ha deciso di investire - ha spiegato David O'Brien, chief commercial officer della compagnia a Milano -, perché mai dovremmo farlo noi».

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