La Pavone, origini piemontesi e passaporto svizzero, torna a Sanremo dopo 48 anni. Video tra la gente del suo eremo, con gli auguri del figlio...
Al Festival la cantante presenterà il brano "Niente (Resilienza 74)", scritto proprio da Giorgio Merk: «In bocca al lupo, mamma». L'esperto Jacky Marti: «Una donna giovane dentro».
LATTECALDO (BREGGIA) – Tra le mura di quella casa rossa, a Lattecaldo, frazioncina del Comune di Breggia, sta probabilmente vivendo emozioni indescrivibili. La “svizzera” Rita Pavone torna al Festival di Sanremo a ben 48 anni dalla sua ultima apparizione sul palco dell’Ariston. Nella serata di oggi, martedì, sentiremo finalmente “Niente (Resilienza 74)”, il brano che il figlio, Giorgio Merk, ha confezionato per l’artista di origini piemontesi.
Via dai riflettori – E c’è una certa attesa anche tra i ticinesi che vivono o passano da Lattecaldo. «Sono curioso – ammette un signore che abita nei paraggi –. In ogni caso, forza Rita, è una di noi». Residente in Svizzera dal lontano 1968, anno del matrimonio con Teddy Reno, la Pavone scelse proprio la località del Mendrisiotto per vivere una vita più serena, lontana dai riflettori che l’Italia le proponeva di continuo.
Una quiete da rispettare – «Lattecaldo è il suo eremo – sottolinea Maurizio Mombelli, segretario comunale di Breggia –. Ha scelto questo posto per stare tranquilla e noi la lasciamo in pace. Abbiamo pochissimi contatti con lei. Ogni tanto è venuta in Municipio per questioni normali, come fanno altri cittadini. E basta. La sua famiglia non ha mai chiesto niente di particolare. E noi la rispettiamo. Certo che se vincesse Sanremo, qualcosa per lei magari organizzeremmo, ovvio».
Scelta legittima – «Rita ha fatto una scelta più che legittima – sostiene Jacky Marti, papà di Rete 3 e di Estival Jazz –. Da quando aveva 16 anni la fermavano per strada. Provate a immaginarvi tutta una vita così. È un essere umano. Aveva bisogno di normalità. Io l’ho sempre capita. La gente deve giudicarla per la sua musica. Non per la sua vita privata».
Legata alla Valle di Muggio – Marti adora la personalità di Rita Pavone. Ed elogia il coraggio di tornare all’Ariston. «Rita avrà anche 74 anni, ma è giovane dentro. Raramente ho visto una donna con tanto entusiasmo. Non se la tira, è simpatica, è spontanea. È tanto legata alla Valle di Muggio. Ha il passaporto svizzero da una vita, è giusto che i ticinesi facciano il tifo per lei».
L’emozione del figlio – Accanto al ristorante di Lattecaldo, a poche decine di metri dalla casa della Pavone, incontriamo Giorgio Merk, l’autore del brano in gara a Sanremo. Subito si mostra molto gentile. «Sento un po’ il peso di essere l’autore della canzone. Mia madre, invece, ha vissuto i giorni della vigilia con tranquillità. È contenta di tornare a Sanremo dopo tutti questi anni ed è contenta di farlo con un pezzo scritto da me. Sono fiducioso. In bocca al lupo, mamma».
Le voci dei fan
Roberto Balestrieri, 56 anni
«Non so se Rita vincerà Sanremo. Non penso. Però sono sicuro che non farà una figuraccia. Anzi. Ha fatto bene a lanciarsi. È una donna grintosa. Brava».
Alessandra Formenti, 40 anni
«A me piacciono molto le canzoni del passato di Rita Pavone. So che quella che sentiremo a Sanremo l’ha scritta suo figlio. Sono davvero curiosa».
Marco Capodieci, 42 anni
«Mi viene in mente la sua canzone del martello. È un po’ come se Rita tornasse a “picchiare di nuovo”, a farsi sentire nella musica italiana. Ce n’era bisogno».