L'Associazione per un territorio senza grandi predatori contesta le firme raccolte per il referendum
SANT’ANTONINO - «Il referendum contro le modifiche della legge federale sulla caccia è un’azione sconsiderata». È chiara e semplice la presa di posizione dell’Associazione per un territorio senza grandi predatori e l’Unione contadini ticinesi. Il referendum, lanciato l'8 ottobre, ha riscontrato un grande favore: 65'000 firme certificate dai comuni sono state consegnate oggi alla Cancelleria federale. I promotori avevano tempo fino al 16 gennaio per raccogliere le 50'000 sottoscrizioni necessarie.
La revisione della legge si scontra con una vasta opposizione: Pro Natura, WWF, BirdLife, Gruppo Lupo Svizzera e zooschweiz. «Con la nuova revisione di legge, specie animali protette potrebbero essere abbattute preventivamente, finendo sulla lista delle specie regolabili». Ma per l’Associazione per un territorio senza grandi predatori «le modifiche di legge approvate dal Parlamento includono molti aspetti che migliorano notevolmente la protezione dell’ambiente e la gestione della caccia in generale».
In particolare, «in Svizzera la popolazione del lupo è aumentata in vent’anni da 1-2 esemplari a oltre 50». Ma «le misure di protezione che si possono adottare sono insufficienti e hanno conseguenze negative sul benessere degli animali», influendo «sul già scarso reddito degli allevatori e sulla qualità di vita dei pastori», costretti a «chiudere parecchie aziende agricole». Per l'associazione i contadini, la colpa è proprio «dell’assoluta protezione di cui gode il lupo da diversi decenni». Il lupo «non percepisce più l’uomo come una minaccia per la propria sopravvivenza e si avvicina alle abitazioni, preda anche di giorno, osa entrare nelle stalle e in futuro potrà diventare un pericolo anche per altri animali domestici e per l’uomo stesso».