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ITALIA/CANTONEL'identikit di un rapinatore violento

22.12.19 - 15:37
D.M. ha alle spalle un omicidio e diverse rapine. Doveva essere estradato in Ticino, ma ha optato per un'altra soluzione
Foto La Prealpina.it
Una foto d'archivio di D.M. ai tempi del primo arresto
Una foto d'archivio di D.M. ai tempi del primo arresto
L'identikit di un rapinatore violento
D.M. ha alle spalle un omicidio e diverse rapine. Doveva essere estradato in Ticino, ma ha optato per un'altra soluzione

LUGANO - La polizia italiana ha fatto visita a casa sua, per notificargli l'estradizione. Lui però, piuttosto che tornare in Ticino, era disposto a tutto. E ha fatto una confessione inaspettata. 

La storia di D.M., 49enne italiano di Busto Arsizio, sta suscitando clamore sui media d'oltre confine. L'uomo - pluri-pregiudicato - è accusato di una rapina in un benzinaio in Ticino. La Procura di Lugano ha emesso una richiesta di estradizione, convalidata dal Tribunale di Milano. Ma quando i poliziotti si sono presentati da lui, l'uomo ha confessato un'altra rapina, commessa settimana scorsa in un tabaccaio di Olgiate Olona (Varese). Una mossa per evitare il carcere in Svizzera, scrive la Prealpina.

I due colpi a cavallo della frontiera, del resto, sono solo gli ultimi. La tecnica di D.M. è sempre la stessa. Volto coperto, armato di pistola, a cavallo di una Kawasaki nera - che campeggia anche sul suo profilo Facebook. Prima del tabaccaio di Olgiate Olona - quattro colpi sparati contro la serranda del negozio, lievi ferite per il titolare - il 49enne ha accumulato negli anni una sequela da record di rapine tentate o riuscite.

La lista inizia nel 1999, con un tragico colpo in una cartoleria di Legnano, in provincia di Milano. D.M. spara e uccide il titolare, viene arrestato e condannato a 17 anni di carcere. Esce di galera nel 2010 ma riga dritto per poco. Inizia a colpire in Ticino, dove è incensurato.

Due tentate rapine alla posta di Lamone. Una alla Raiffeisen di Mendrisio. D.M. è ormai un volto noto per la Procura ticinese, e nel 2012 viene finalmente arrestato dalle Guardie di confine al valico di Novazzano. Le accuse nei suoi confronti sono coazione ripetuta, sequestro di persona e rapimento ripetuto.

Lezione imparata? Neanche per sogno. Due anni dopo il recidivo chiede di essere rilasciato dalla Stampa, «per buona condotta». Niente da fare. Ma viene espulso dal paese l'anno successivo. «Pensavo fosse ancora in carcere in Svizzera» ha dichiarato nei giorni scorsi la vedova del cartolaio ucciso nel 1999, Alessandro Pastore, ai media italiani. «Invece è tornato a delinquere, come ha sempre fatto nella sua vita».

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