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CONFINESmottamento in Val Vigezzo, i frontalieri esausti raccolgono firme

19.12.19 - 16:22
«Corriamo grossi rischi per andare a lavorare». Il sindaco di Re: «Appaltati 10 milioni di euro per la sistemazione dei versanti»
TiPress - foto d'archivio
La frana sulla Statale 337 della Valle Vigezzo che il 1. aprile 2018 costò la vita a due coniugi di Minusio.
La frana sulla Statale 337 della Valle Vigezzo che il 1. aprile 2018 costò la vita a due coniugi di Minusio.
Smottamento in Val Vigezzo, i frontalieri esausti raccolgono firme
«Corriamo grossi rischi per andare a lavorare». Il sindaco di Re: «Appaltati 10 milioni di euro per la sistemazione dei versanti»

RE - Maggiore sicurezza sulla strada statale della Valle Vigezzo. È questa la richiesta dei frontalieri che si sono riuniti ieri sera, «esasperati» dai continui problemi che incontrano ogni giorno per recarsi al lavoro. Lo smottamento di martedì in territorio di Re è infatti l’ultimo di mille problemi per chi percorre tutti i giorni la strada delle Centovalli, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Tanto che un centinaio di frontalieri si sono dati appuntamento con l’obiettivo di fare sentire la loro voce allo Stato italiano. «Quella strada è una vergogna. Bisogna trovare una soluzione». Il risultato dell’incontro è l’intenzione di lanciare una petizione, raccogliere le firme «per fare sentire il grido di allarme, la paura e il disagio che ogni giorni vive chi deve percorrere questa strada pericolosa». Paura che fa tornare alla mente solo l’ultimo degli incidenti mortali in cui hanno perso la vita i due coniugi di Minusio che nel giorno di Pasqua dello scorso anno si stavano recando al Santuario di Re.

Nel frattempo l’Anas ha iniziato i lavori di consolidamento del tratto interessato dallo smottamento di martedì, fra la galleria di Olgia e Ponte Ribellasca. Lavori che avverranno 24 ore su 24, così da permettere (salvo intoppi) la riapertura della strada a senso unico alternato e a fasce orarie dal prossimo lunedì.

«Abbiamo chiesto e ottenuto da Anas che i lavori di sistemazione della tratta in questione iniziassero già oggi - conferma il sindaco di Re, Massimo Patritti -. Resta comunque una situazione che si protrae da tempo. Sono trent’anni che è così la strada». Ma fa notare che «proprio in questi giorni sono stati appaltati in maniera provvisoria 10 milioni di euro per la sistemazione dei versanti. A marzo potrebbe esserci l’assegnazione definitiva e a maggio-giugno le opere potrebbero iniziare». Il problema è che «ci sono altri 60 milioni di euro che dovrebbero essere utilizzati per quella strada, se tutto va bene, non prima di luglio del 2023».

All’incontro di ieri ha partecipato anche il coordinatore dei frontalieri del Verbano-Cusio-Ossola. Una voce che ha deciso di unirsi per chiedere che sulla “strada dei frontalieri”, ribattezzata anche tragicamente “strada della morte”, vengano presi dei provvedimenti. «Io condivido la preoccupazione dei cittadini, anche perché sono frontaliere - conclude il sindaco di Re -. Sono favorevole alla raccolta firme e a quello che stanno facendo. Una volta che avrò letto il testo, probabilmente lo firmerò anche io».

Il problema è stato affrontato ieri anche alla Camera dei deputati italiana. Enrico Borghi (deputato Pd) ha sollecitato il Governo attraverso l’Anas «affinché si possa immediatamente ripristinare una condizione di percorribilità in sicurezza dell’arteria e soprattutto che si affrontino nella misura più veloce possibile tutti gli atti di appalto dei lavori».

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