Filippo Franchini, 29 anni, è dottorando in statistica. Con un drone acustico brevettato insieme al fratello e a un amico, volerà in Asia per censire i gibboni, scimmie in via d’estinzione
LAMONE – In Laos, in Asia, con un drone acustico innovativo, per censire i gibboni, particolari scimmie in via d’estinzione. È la singolare missione in cui si è imbarcato Filippo Franchini, 29enne di Lamone, dottorando in statistica in un’università scozzese. Suoi partner, il fratello Federico (26), ingegnere meccanico, e l’amico di famiglia Franck Perruchoud (48), appassionato di droni. «Insieme abbiamo fondato la Earfly, una start up particolare. Siamo un vero team. Da solo non farei nulla».
La lista rossa – Filippo, che è partito col fratello in direzione Laos lo scorso 10 novembre, per poi restarci un mese, si occupa di statistica applicata agli animali. In particolare di quelli in via d’estinzione. «C’è una lista rossa internazionale che indica quali sono le specie a rischio. I gibboni sono le scimmie più piccole del nostro pianeta. E non se la passano bene».
Nascoste dalla foresta – Il loro ambiente, la foresta tropicale sta venendo distrutto. «Ci mancano dati su queste scimmie. Perché, appunto, sono piccole. E sono coperte dalla foresta, vivono a terra. E nessuno ha voglia di andare nella foresta a contarle. Se poi vuoi volare con un drone classico sopra la foresta, non le vedi».
Animali che urlano – Ecco dunque che subentra l’intuizione della Earfly. Perché quel drone, che volerà sui cieli del Laos, non è un drone “normale”. «Sappiamo che queste scimmie urlano parecchio. Come richiamo. E quindi abbiamo sviluppato un drone acustico. È un brevetto nostro».
Quattro microfoni potenti – Il drone della Earfly fa meno rumore dei droni classici. Ed è dotato di quattro microfoni. «Questo ci permette di registrare dei suoni quando il drone vola. Quindi anche i versi delle scimmie. Abbiamo già fatto dei test in Ticino. Il drone localizza le fonti sonore senza effettivamente vederle».
Il software decisivo – Filippo è andato oltre. «Sto sviluppando un software che usa l’informazione acustica per poi fare delle stime sugli individui effettivamente presenti su quella determinata area. In questo modo, grazie ai suoni raccolti, saremo in grado di valutare se la specie è presente in modo massiccio, oppure no, in quelle foreste».