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Coltivare spugne, una pazza idea ai piedi del San Giorgio

MENDRISIOColtivare spugne, una pazza idea ai piedi del San Giorgio

03.11.19 - 19:16
Cinque giovani momò hanno deciso di lanciarsi nella produzione di spugne alternative a quelle sintetiche. Con evidenti benefici per l’ambiente, ma non solo
Luffa Ticino
Coltivare spugne, una pazza idea ai piedi del San Giorgio
Cinque giovani momò hanno deciso di lanciarsi nella produzione di spugne alternative a quelle sintetiche. Con evidenti benefici per l’ambiente, ma non solo

MENDRISIO - La natura è il nostro futuro. È con questo spirito che cinque giovani momò si sono lanciati in un progetto del tutto particolare: coltivare la luffa - una pianta simile alla zucchina o al cetriolo - e utilizzare i suoi frutti per produrre delle spugne da cucina. «Volevamo fare qualcosa per il nostro pianeta, per l'ambiente e per noi stessi. Per il nostro futuro», spiega Alessandro Ferrari, fondatore di Luffa Ticino. 

Biodegradabile e a km 0 - Una scelta decisamente coraggiosa. Perché mai qualcuno dovrebbe optare per queste spugne quando sul mercato se ne trovano di ogni tipo e ad un prezzo spesso irrisorio? La risposta, per Ferrari, sta proprio nella sostenibilità. «Si tratta di una spugna vegetale, biologica e biodegradabile al 100%, che dopo il suo utilizzo può essere tranquillamente smaltita nel compostaggio». Inoltre, in questo caso, si tratta di un prodotto a chilometro zero, visto che la piante vengono coltivate alle pendici del Monte San Giorgio, a Tremona.

Vantaggi ambientali e cosmetici - I benefici ambientali sono infatti evidenti, basta fare un piccolo calcolo. Per evitare la proliferazione dei germi, una spugna andrebbe cambiata ogni due-tre settimane circa. E se si pensa che in ogni casa ce n’è almeno una, si arriva rapidamente a milioni di spugne sintetiche usate (e in seguito da smaltire in un qualche modo) nella sola Svizzera. Ai vantaggi ambientali si aggiungono quelli cosmetici, visto che la luffa possiede parecchie proprietà benefiche per il corpo e per la pelle. 

Primi frutti del lavoro - Un terreno ereditato, un video visto in internet ed ecco che l’attività - per ora accessoria per tutti quanti - prende piede. «Al momento coltiviamo un’area di 200 m2 sulla quale sono presenti circa 200 piante e 400 frutti. Da ogni frutto pensiamo di poter ricavare almeno tre spugne», illustra l’imprenditore in erba. I primi prodotti saranno pronti a fine novembre, proprio a ridosso delle Festività. Saranno acquistabili tramite un sito internet, presso alcuni mercatini natalizi e grazie a qualche collaborazione con alcuni body shop. Per quanto riguarda il prezzo, però, «al momento è ancora prematuro parlarne».

I cinque giovani, a un anno di distanza dal lancio della loro attività, si apprestano a raccogliere i frutti del loro lavoro. In tutti i sensi.

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